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La rivelazione di Lineker: “Conosco due calciatori gay, spero facciano coming out in Qatar”

L’ex stella del calcio inglese da sempre combatte per la difesa dei diritti civili anche nel mondo del pallone: “Sarebbe fantastico se lo dicessero in Qatar e far vergognare una Nazione in cui l’omosessualità è considerata ancora un crimine”.
A cura di Alessio Pediglieri
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I Mondiali in Qatar sono oramai alle porte, mancano meno di 40 giorni al più importante appuntamento calcistico internazionale e l'attesa cresce sempre più. Un'attenzione che Gary Lineker ha contribuito ad aumentare in queste ultime ore anche sul fronte del delicato e sentito tema dei diritti civili spesso osteggiati dal Governo qatariota e tema dibattuto e controverso non solo all'interno del mondo del pallone. Così le sue ultime dichiarazioni in merito hanno scoperchiato di nuovo il confronto soprattutto per ciò che riguarda l'omosessualità nel calcio.

L'ex stella dell'Inghilterra, oggi stimato e seguito commentatore televisivo, ha espresso il proprio pensiero sull'argomento, con una provocazione che se venisse seguita, potrebbe definitivamente infrangere uno degli ultimi tabù calcistico: l'omosessualità. "Sarebbe fantastico se uno o due di loro uscissero durante la Coppa del Mondo. Sarebbe davvero fantastico" ha dichiarato in esclusiva al Mirror riaccendendo il dibattito su un tema "scomodo" per il mondo del pallone ospitato da un Paese notoriamente in manifesta difficoltà nella gestione equa dei diritti umani. Un argomento che lo stesso Lineker ha giurato di perseguire anche durante la manifestazione dai microfoni della BBC da cui seguirà i Mondiali: "Ne parleremo apertamente, non lo faremo sempre e comunque ma sin dal primo giorno sarà un tema trattato. Sono certo che non ci sia momento migliore per i calciatori gay di fare coming out e far vergognare una Nazione in cui l'omosessualità è considerata ancora un crimine".

In Qatar l'omosessualità è un crimine punibile, fino a sette anni di reclusione e  le politiche del Paese arabo su questo tema e altri, relativi ai diritti umani, come quelli dei lavoratori migranti sfruttati anche per costruire gli Stadi dei Mondiali sono da sempre al centro di un dibattito controverso. Tanto che la scelta di far giocare i Mondiali in Qatar, facendolo diventare il primo paese musulmano del mondo arabo ad ospitare a manifestazione è stata più volte e apertamente osteggiata. La speranza di Lineker è che tutto ciò si possa trasformare in una enorme opportunità, in un possibile effetto domino che scardini definitivamente barriere inaccettabili.

Solidarietà: Tim Krul del Norwich City si riscalda indossando una maglia a sostegno di Jake Daniels
Solidarietà: Tim Krul del Norwich City si riscalda indossando una maglia a sostegno di Jake Daniels

In Inghilterra c'è già chi ha fatto coming out, come Jake Daniels, del Blackpool, che si è dichiarato gay a maggio, ricevendo solidarietà totale così come aveva fatto precedentemente in Australia Josh Cavallo il quale  – in attesa di ricevere una convocazione in Nazionale – si era detto impaurito all'idea di dover andare in Qatar per i Mondiali. "Paura.  La paura dell'ignoto, immagino" sottolinea Linker. "Forse molti sono preoccupati di ciò che possano pensare i loro compagni di squadra, anche se probabilmente lo sanno già, o il pubblico. Forse per me è facile dirlo perché non sono in quella posizione, ma so che alcuni giocatori sono molto vicini a farlo, ne conosco un paio anche se non spetta a me dire chi siano".

Una posizione, quella di Lineker, che parte da lontano e che si era già manifestata alla Cerimonia dei sorteggi dei Mondiali in Qatar cui era stato invitato e alla quale ha deciso di rifiutare: "Non ho voluto fare il sorteggio della Coppa del Mondo perché sono stato schietto sulla corruzione in cui era coinvolta anche la FIFA. E poi oltre ad essere sconvolto dalla dilagante omofobia in Qatar, ero disgustato anche dalle questioni dei diritti umani, in particolare dal cattivo trattamento riservato ai lavoratori migranti che costruivano gli stadi. Così ho spiegato che avrei semplicemente commentato i Mondiali, ma non li avrei mai appoggiati". Una scelta forte e chiara a difesa dei diritti civili a 360 gradi, senza indugio o scivolate inopportune su temi che non possono oramai più ammettere qualsiasi tipo di sciocchezza. Tantomeno nel mondo del calcio.

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