La reazione di Gattuso alla domanda sul Napoli di Conte: “Io ho lavorato per 19 mesi là…”

La crisi del Napoli in campionato e lo sfogo di Antonio Conte hanno fatto abbastanza rumore da arrivare anche nel ritiro della Nazionale che si prepara alle ultime due partite del girone di qualificazione ai Mondiali con Moldavia (giovedì 13 novembre) e Norvegia (domenica 16 novembre). Gennaro Gattuso, che sulla panchina degli azzurri c'è stato prendendo il posto di Carlo Ancelotti, non scende nei dettagli quando gli viene fatta la duplice domanda sul tecnico salentino. Fa considerazioni condivisibili poi ne lascia a mezz'aria un'altra. "Io ho lavorato per 19 mesi là…", come a dire: so benissimo che aria tira da quelle parti.
Le parole di Gattuso in conferenza stampa su Conte e Spalletti
I campioni d'Italia attraversano un momento difficile: la sconfitta di Bologna ha aperto ufficialmente la crisi che finora era stata rimandata. La squadra di Vincenzo Italiano non ha fatto catenaccio come l'Eintracht (così Conte giustificò lo 0-0 in Champions) e, al netto del turnover avendo giocato al giovedì in Coppa, è apparsa più fresca, pronta, motivata rispetto agli azzurri. "Quando si vince è difficile confermarsi, ma Antonio ha le capacità per uscire da questo momento", le parole di Gattuso sulla situazione dei partenopei che chiosa così il discorso si Conte: "È un grande allenatore che ha vinto tanto e sa come muoversi".
Il ct concede una battuta anche su Spalletti che pochi mesi fa era proprio al timone dell'Italia e, ironia della sorte, chiuse la sua esperienza proprio contro la Moldavia da esonerato. Era stato già sollevato dall'incarico, come lui stesso confermò in una conferenza stampa surreale per essere stato lasciato da solo ad annunciare il proprio licenziamento, mise la faccia su una vittoria sofferta e risicata. "Ho sentito Spalletti, gli ho fatto i complimenti – ha aggiunto Gattuso -. L'ho chiamato per fargli l'in bocca al lupo. Era il minimo. Mi ha chiesto se avessi bisogno di qualcosa".

A proposito di allenatori che vanno per la maggiore, quelli che maggiormente stuzzicano ‘ringhio' sono due: "Italiano e Gasperini per il coraggio che hanno. Sono due allenatori che non hanno paura, sistematicamente portano quattro, cinque uomini in zona offensiva". E cita il lavoro fatto dall'ex tecnico dell'Atalanta per fare offrire un esempio tangibile. "Mancini sembra Cafù, un pendolino. Questo fa capire tante cose".
Il ct spiega perché Chiesa è ancora assente: "Scelta sua"
"Non sarà una scampagnata" dice Gattuso parlando della sfida con la Moldavia e, nel complesso, del doppio impegno. Il girone di qualificazione è già delineato da tempo, a meno di rovesci clamorosi della Norvegia alla Nazionale toccherà giocarsi l'accesso alla Coppa del Mondo 2026 attraverso gli spareggi di marzo. "Dobbiamo pensare a noi e non alla Norvegia", chiosa il ct che fa anche il punto su alcuni calciatori. "Barella non giocherà la prima, con Tonali ho parlato, vedo molto difficile che possa giocare contro la Norvegia. Registi ne abbiamo. Locatelli per me è un regista, Ricci può farlo". Quanto a Chiesa: "Devo rispettare quel che mi dice, ovvero che non si sente pronto per venire in Nazionale. È una scelta sua, altro non posso dire".

La Serie A e il cruccio di avere pochi giocatori italiani
Cambiaghi (nella foto sopra) è stato convocato al posto di Kean (infortunato). Su Berardi il ct è chiaro: "Nessuno mette in dubbio le qualità di Berardi, lo sto seguendo e so cosa ci può dare". E se il discorso scivola sui giovani Gattuso fa una smorfia: "Nelle prime 5-6 squadre in Serie A ci sono solo un paio di italiani da seguire. La mia difficoltà è su questo, non sul campionato. Immaginate cosa significhi per un ragazzo di 20 anni come Pio Esposito che peso possa avere sbagliare un'occasione. E Raspadori gioca pochissimo, questo mi fa stare male".