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La Lega Serie A: “Il campionato va avanti”. Ma lo scenario del Governo gela i club

Fermare il campionato per due settimane e proseguire in stadi chiusi al pubblico. L’ipotesi paventata dal Governo spaventa i club della Serie A. L’assemblea di Lega fa quadrato e si aggrappa al protocollo organizzativo approvato ieri.
A cura di Maurizio De Santis
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Il derby di Roma nella scorsa stagione giocato senza tifosi per colpa del Covid. Uno scenario, quello degli stadi a porte chiuse, ipotizzato dal Governo per l'evoluzione della pandemia in Italia a causa della variante Omicron.
Il derby di Roma nella scorsa stagione giocato senza tifosi per colpa del Covid. Uno scenario, quello degli stadi a porte chiuse, ipotizzato dal Governo per l'evoluzione della pandemia in Italia a causa della variante Omicron.

Fermare il campionato per un paio di settimane, nell'attesa di scollinare il picco dei contagi di Covid causati dalla variante Omicron, e ragionare sulla possibilità che negli stadi ci sia una riduzione ulteriore della capienza (al massimo 5 mila spettatori), senza escludere un ritorno alla soluzione estrema delle porte chiuse. L'alfa e l'omega della telefonata tra il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con il numero uno della Federcalcio, Gabriele Gravina, gela il sangue nelle vene ai club.

L'ipotesi paventata dal premier rimbomba nella testa del massimo dirigente italiano e porta la Lega Serie A a serrare i ranghi. Lo spettro di uno stop alla stagione, la prospettiva (drammatica) di mancati incassi e di impianti di nuovo vuoti toglie il sonno alle società del massimo torneo italiano. L'emergenza per l'evoluzione della pandemia e la situazione epidemiologica nel Paese cozzano contro le immagini che arrivano dalle cattedrali del calcio, dove il rispetto delle norme sul distanziamento e l'obbligo di avere sul viso le mascherine Ffp2 sono alcune delle criticità rilevate a corredo della preoccupazione per il contenimento dei contagi. In buona sostanza da Palazzo Chigi è arrivato un segnale molto chiaro: così non si può andare avanti.

E anche la gestione organizzativa – contestualmente alla confusione generata dalle ordinanze delle Asl – oltre che normativa – la regola dei 13 calciatori disponibili è stata recepita solo nell'immediata vigilia di una delle giornate più tormentate del calcio italiano – non sono piaciute. Ecco perché, al netto delle rassicurazioni da parte di Gravina, che ha illustrato a Draghi come un sacrificio è stato fatto dalla Serie B in giù ma non altrettanto è ipotizzabile per la Serie A considerate le conseguenze economiche, chiudere gli stadi ma lasciare che il campionato prosegua è una strada reputata percorribile

In una nota la Lega Serie A ha espresso volontà di andare avanti e portare a termine regolarmente la stagione
In una nota la Lega Serie A ha espresso volontà di andare avanti e portare a termine regolarmente la stagione

Il comunicato della Lega Serie A, però, va in direzione opposta. L'assemblea delle società non ha intenzione di fermarsi né prendere in considerazione lo stravolgimento delle proprie competizioni che – come si legge nella nota – "spera di proseguire come da programma, grazie all’applicazione del regolamento organizzativo approvato ieri dal Consiglio di Lega".

Il riferimento è al protocollo utilizzato per tamponare una situazione fuori controllo da parte dei vertici del calcio rispetto al ruolo e ai provvedimenti delle Asl. "Come da nota diffusa ieri, la Lega Serie A auspica inoltre che nella riunione governativa di mercoledì prossimo si possano individuare in modo chiaro degli strumenti di coordinamento delle ASL territoriali per assicurare una gestione uniforme delle situazioni da covid-19 nelle squadre".

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