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Inter di ferro e da record? I numeri contro Udinese, Slavia Praga e Lazio dicono di no

L’Inter di Antonio Conte è prima in classifica con 5 vittorie su 5 incontri (come non era mai accaduto nella storia nerazzurra con un nuovo allenatore in panchina), ha 2 punti di vantaggio sulla rivale Juventus e la miglior difesa del torneo. Non è tutto oro quel che luccica, attenzione ai campanelli d’allarme evidenziati in almeno 3 delle 6 gare ufficiali disputate in stagione che gli ottimi risultati fin qui ottenuti hanno tenuto in sordina.
A cura di Michele Mazzeo
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L’Inter di Conte entusiasma: prima in classifica, due punti di vantaggio sulla rivale Juventus, una difesa che appare impenetrabile (attualmente il miglior reparto della Serie A con un solo gol subito) e soprattutto cinque successi su cinque gare come non era mai accaduto nella storia con un nuovo allenatore in panchina. L’effetto Conte sembra dunque aver già rivoluzionato l’ambiente nerazzurro che piuttosto che essere “pazza”, come da tradizione, sembra invece rispondere a quel motto tanto caro agli odiati rivali bianconeri, vale a dire “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Momento idilliaco dunque per il club meneghino che però non deve commettere l’errore di “montarsi la testa” perché se è vero che ad oggi ha meritato tutti gli elogi che su giornali, tv e siti si sprecano, è vero anche che in almeno tre delle sei gare ufficiali fin qui disputate in stagione ci sono stati dei piccoli campanelli d’allarme che gli ottimi risultati hanno messo in secondo, se non in terzo, piano.

Errori e tante occasioni concesse alla Lazio

Partiamo dall’ultima gara, quella vinta per 1-0 con grande sofferenza contro la Lazio al Meazza. Già il fatto che il portiere Samir Handanovic in un match casalingo, seppur contro una squadra forte e già rodata come quella biancoceleste, sia stato unanimemente riconosciuto il migliore in campo e siano state concesse ben 9 conclusioni dall’interno dell’area di rigore agli avversari qualche piccolo dubbio lo fanno sorgere. Ma non è questo l’unico campanello d’allarme arrivato nel match contro i capitolini: Lukaku e compagni, infatti, nella ripresa hanno sprecato diverse occasioni per raddoppiare e chiudere così la partita rimasta invece in bilico fino alla fine, e hanno commesso diversi errori individuali sul piano tecnico (una delle occasioni “sprecate” da Correa nasce per esempio da un errore in uscita di Brozovic, mentre la chance avuta da Luis Alberto nasce invece da un errore di Godin).

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Le difficoltà con l’Udinese (anche in 11 vs 10)

E quello contro la Lazio non è l’unico match in cui ci sono stati questi piccoli campanelli d’allarme. In quello contro l’Udinese dell’altro ex juventino Igor Tudor, anche questo giocato in casa e vinto per 1-0, non si possono non considerare i 25’ precedenti all’espulsione di De Paul in cui si è vista un’Inter disordinata e superficiale che ha concesso campo agli ospiti senza riuscire ad imbastire interessanti trame offensive. Ed anche in questo caso da evidenziare la difficoltà di chiudere il match segnando il gol del raddoppio e lasciando quindi aperta la gara fino all’ultimo minuto di gioco anche in undici contro dieci.

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Inter senza idee e poco reattiva contro i ritmi dello Slavia Praga

Veniamo ora all’unica delle sei partite fin qui giocate in questo avvio di stagione che l’Inter di Antonio Conte non è riuscita a vincere. E, non a caso, l’unica in cui i nerazzurri sono passati in svantaggio. Si tratta del match di Champions League, anche questo disputato tra le mura amiche di San Siro, che ha visto la Benamata pareggiare 1-1 contro lo Slavia Praga, considerata alla vigilia la squadra materasso del Girone F. Qui sono tre le cose che, andando oltre il risultato, possono essere considerate dei piccoli campanelli d’allarme per la formazione meneghina.

  • la prima volta che una squadra ha ingabbiato il regista Brozovic (cosa che farà poi anche il Milan di Giampaolo ma solo nei primi 45’ del derby) l’Inter si ritrova senza idee e con un gioco lento, compassato e prevedibile
  • la tardiva reazione dopo il gol subito (anzi, sono stati i cechi andare vicini al raddoppio subito dopo il vantaggio)
  • i tanti errori individuali (grossolano quello di marcatura in occasione della rete di Olayinka) e, in questo caso, anche di reparto (con l’alibi dell’assenza di Diego Godin), commessi soprattutto in fase difensiva dai nerazzurri.
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Corsi e ricorsi: il ‘calo fisiologico' di Conte dopo l’avvio sprint

L’ultimo campanello d’allarme viene dai precedenti “esordi” di Antonio Conte nelle sue tre precedenti esperienze in un massimo campionato in cui vi è sempre stato un brillante inizio di torneo sia in termini di prestazioni che di risultati seguito poi da un breve/medio periodo di calo di rendimento e di risultati.

  • È stato così al primo anno sulla panchina del Chelsea (3 vittorie consecutive e poi un momento di appannamento con un pareggio e 2 sconfitte), è stato così nel 2011 al suo arrivo alla Juventus (2 vittorie consecutive e poi quattro pareggi e un solo successo nelle seguenti cinque gare) ed è stato così anche nel 2009 quando è subentrato ad Angelo Gregucci alla guida dell’Atalanta (5 risultati utili consecutivi e poi il calo di risultati che lo porterà a dimettersi dopo la 18a giornata).

E va tenuto conto anche che nei precedenti “debutti” nei massimi campionati non c’erano le coppe europee ad aumentare il dispendio di energie fisiche e mentali nella prima parte di stagione. Ma va tenuto conto anche del fatto che in due di questi tre precedenti, con i londinesi e i bianconeri, il tecnico pugliese ha conquistato il titolo già al primo anno da allenatore.

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