2.637 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Inferno a Brescia dopo la retrocessione in Serie C: scontri e auto di un calciatore data alle fiamme

Momenti di altissima tensione dentro e fuori lo stadio Rigamonti a margine di Brescia-Cosenza che ha sancito la retrocessione in Serie C delle Rondinelle: scontri tra tifosi e polizia in assetto antisommossa, auto date alle fiamme, giocatori e famiglie intrappolati nello stadio fino a tarda notte.
A cura di Paolo Fiorenza
2.637 CONDIVISIONI
Immagine

Il Brescia retrocede in Serie C dopo 38 anni, aggiungendosi a Perugia, SPAL e Benevento, già scese direttamente di categoria al termine della stagione regolare del campionato cadetto. L'aspetto sportivo purtroppo non è il più doloroso per le Rondinelle e i suoi tifosi, viste le scene vergognose cui si è assistito dentro e fuori lo stadio Rigamonti quando è apparso chiaro che la rete segnata al 95′ dal Cosenza con Meroni aveva dato la salvezza ai calabresi, in virtù dell'1-1 che si andava a sommare all'1-0 dell'andata del playout.

In quel momento è iniziato un fitto lancio di fumogeni – a decine – dalla curva di casa, che è poi diventato una pioggia di qualsiasi cosa, da bottiglie ad altri oggetti di ogni tipo. L'arbitro Massa ha sospeso la gara per far ripulire il campo e riuscire a giocare gli ultimi secondi di match, ma in un attimo il caos è deflagrato a livelli di massimo pericolo: parecchi tifosi furiosi hanno invaso il campo, provocando la fuga delle due squadre negli spogliatoi, mentre venivano affrontati sul terreno di gioco dalle forze dell'ordine. Sono stati momenti drammatici, con i giocatori del Brescia – preoccupati per i loro familiari ed amici sulle tribune – ad invitarli con ampi gesti a mettersi al sicuro.

Dopo quasi mezzora di sospensione, sembrava che si potesse riprendere a giocare per concludere regolarmente gli spiccioli di gara mancanti, ma è scoppiato il caos fuori allo stadio, con un tentativo di attacco al settore ospiti – nel lato Sud del Rigamonti – con altri lanci di fumogeni e petardi. È apparso chiaro che non c'erano i presupposti minimi di sicurezza per andare avanti ed allora Massa ha dichiarato conclusa la partita.

È stato l'inferno all'esterno dello stadio, dove si è scatenata la guerriglia tra le frange più esagitate della tifoseria bresciana e la polizia in assetto antisommossa: ai lanci di sassi e di altri fumogeni le forze dell'ordine hanno risposto coi lacrimogeni, provando a contenere la rabbia cieca degli ultras, che hanno dato fuoco a un paio di macchine, tra cui quella del calciatore del Brescia Matthieu Huard. Necessario anche l'intervento dei pompieri.

Il momento di maggiore paura è stato quando c'è stato il tentativo di forzare i cancelli del Rigamonti per fare irruzione nello stadio, dove si trovavano ancora il migliaio di tifosi del Cosenza, ma anche i giocatori con le loro famiglie. Uno scenario di altissima tensione, che si allentato solo intorno all'una, consentendo a tutti di poter lasciare l'impianto bresciano. Quel che resta della notte di follia sono le zone esterne allo stadio devastate e alcuni feriti tra gli steward e le forze dell'ordine. In sottofondo, come colonna sonora di questo brutto film, i cori incessanti e furiosi contro il presidente Massimo Cellino, individuato come responsabile massimo della retrocessione. Davvero una pagina buia di calcio, se così si può chiamare.

2.637 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views