Il video della città di Napoli alla rete di McTominay: il gol si propaga, è l’effetto dello streaming

C'era una volta un calcio in cui ci si metteva davanti alla TV e quando una squadra segnava un gol tutti esultavano nello stesso momento, in qualsiasi luogo d'Italia si trovassero, che fossero a casa o al pub. Esisteva un unico universo calcistico, in cui tutti gli eventi erano simultanei: si festeggiava e si inveiva all'unisono, si gioiva e piangeva tutti assieme. Era la famosa diretta TV, qualcosa che oggi esiste e non esiste, visto che alla parola "diretta" si è aggiunta vicino un'altra parola, "streaming". Le immagini non arrivano più nelle case tramite antenna (prima analogica, adesso digitale), né per mezzo della parabola, ovvero via satellite. Nello stesso momento per tutti. Oggi la trasmissione è anche via fibra, anzi solo via fibra nel caso delle 7 partite di Serie A su 10 per le quali DAZN ha l'esclusiva.
E allora succede che la "diretta" diventa lieve "differita", dove la parola "lieve" assume a sua volta un significato onirico, visto che sembra di sognare quando vediamo i calciatori passarsi la palla a metà campo e però in quel momento qualcuno già esulta nella casa accanto. Accade che nessuna connessione via fibra è uguale all'altra, ma anche che nessun buffering di DAZN (quella rotellina che a volte ci mette una vita per far partire lo streaming) è uguale all'altro, e ancora che ci sono pub e locali che trasmettono la partita con l'abbonamento ‘Business'. E poi ci sono gli eletti che vedono tutto arrivare prima di chiunque, ovvero gli abbonati di Sky col satellite che sono anche abbonati a DAZN e possono concedersi il lusso di pagare un ulteriore sovraprezzo.
Napoli-Cagliari trasmessa nel multiverso: l'esultanza al gol di McTominay si propaga come un'onda
Ognuno di coloro che guardano i match da una postazione diversa vive in una piccola frazione del multiverso che prova faticosamente a ricomporre questa realtà liquida. Due secondi, cinque, dieci, e stanno ancora sulle trequarti… quindici, venti, e parte il cross in area… trenta, quaranta… e segna McTominay!
Quello che è successo venerdì sera a Napoli, per la portata dell'evento e il fatto che nessun essere respirante in città in quel momento non era davanti alla TV, rende plasticamente – come mai prima – questo calcio in cui niente succede nella stessa linea temporale, ma è scaglionato di secondo in secondo. Quello che per me è gol, per te lo sarà, inevitabilmente. È ontico, ineluttabile. Non è in discussione il se, ma solo il quando. In un bellissimo video della città di Napoli ripresa dall'alto, tutto questo assume sostanza, prima nei suoni e poi anche nelle immagini.
"S'ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo, d'ambo i lati calpesto rimbomba", le parole manzoniane sembrano descrivere alla perfezione quello che accade al gol di McTominay a Napoli. I primi che vedono verificarsi l'attesa rete che vale lo Scudetto esplodono nei boati iniziali, poi la notizia del gol si propaga come un'onda. Che cresce sempre di più, e allora il boato diventa ruggito, che a sua volta diventa un rombo che scuote la terra. La notizia della sforbiciata di Scott corre di casa in casa, di cuore in cuore, finanche il vento si ferma stranito: un giorno potrà raccontare cosa accadde quella sera di un venerdì di maggio.
Dopo i suoni, tocca alle immagini: timido parte un primo fuoco, poi un altro, e ancora, ancora, ancora. Tutti gli universi possibili si abbracciano nel tempo infinito di un minuto: è solo allora che in tutta Napoli non c'è nessuna anima che non sappia che al Maradona è appena successo qualcosa. Qualcosa che profuma di buono, di voglia di abbracciarsi, di condividere, di essere felici. Quando poi la partita sarà finita e il Tempo si ricomporrà allineandosi allo Spazio, allora sarà tempo di vivere la festa nello stesso respiro, invadendo le vie di Napoli per tutta la notte.