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Il successo dell’Inter di Inzaghi nasce da una scelta precisa: “Ho fatto il suo nome in 5 minuti”

Il tecnico nerazzurro è riuscito a mantenere competitiva la squadra ereditata da Antonio Conte malgrado le cessioni estive. Grazie a intuizioni vincenti.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'Inter ripartirà il prossimo 6 gennaio da prima della classe dopo aver chiuso il girone d'andata davanti a tutti. Nessun alloro in bacheca, solamente percentuali che spingono i nerazzurri a essere potenzialmente di nuovo Campioni d'Italia e la conferma che il progetto tecnico iniziato con Conte sta proseguendo a vele spiegate con Simone Inzaghi. Che si gode il momento e tira le somme dopo i primi sei mesi ad Appiano.

L ‘armata nerazzurra ha mietuto avversari lungo la sua cavalcata di rimonta: prima ha ceduto il Napoli, poi il Milan. Con numeri impressionanti visto il miglior attacco in assoluto, una delle migliori difese del campionato e una facilità di migliorare meccanismi e gioco che l'ha resa ancora più forte e imprevedibile di un anno fa. Merito del tecnico ma anche del club e dei giocatori che ne compongono una rosa differente da quella tricolore ma pur sempre di primissima qualità. Elogi per tutti, nelle sue riflessioni a GazzettaTv dai difensori Dumfries e Dimarco ai centrocampisti vecchi e nuovi, con in cima Barella, confermato come la prossima "bandiera dell'Inter perché sente la maglia di questo club addosso".

La grinta di Nicolò Barella, da tutti indicato come il prossimo capitano dell'Inter
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C'è anche spazio per qualche aneddoto di mercato come l'acquisto in fotofinish di Calhanoglu – tra i più positivi fino a questo punto – in uscita dal Milan: "In quel momento era il giocatore ideale per il mio modo di vedere il calcio e che potesse sostituire Eriksen. Quando è avvenuto il fattaccio di Chris ho trascorso per tre giorni più ore al telefono con Hakan che con i miei familiari". Non solo il turco, ma anche Edin Dzeko, altro arrivo illustre che si è concretizzato subito dopo l'arrivo di Inzaghi in nerazzurro.

La provocatoria esultanza di Calhanoglu nel derby, verso i suoi ex tifosi rossoneri
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"L'ho affrontato spesso a Roma ed è sempre stato uno degli attaccanti più forti del nostro campionato" ha sottolineato Inzaghi ripercorrendo i suoi trascorsi alla Lazio con il bosniaco pericolo numero uno nei derby e adesso punta di diamante di un attacco in grado di aver fatto dimenticare in fretta Romelu Lukaku. Attorno al belga Inzaghi racconta anche l'ultimo retroscena di una estate vissuta intensamente e che riguarda l'avvicendamento delle punte con l'approdo dell'ex giallorosso, integratosi alla perfezione negli schemi e nel gioco: "Quando è andato via Lukaku, sono trascorsi solamente cinque minuti e ho fatto il suo nome al direttore. E lui mi ha detto che sfondavo una porta aperta"

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