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Il sistema plusvalenze dello Spezia, punito dalla Fifa per il tesseramento di minorenni nigeriani

Il club ligure è stato sanzionato per le transazioni svolte con due società dilettantistiche (Lavagnese e Valdivara) riguardanti il tesseramento di minorenni nigeriani, provenienti dalla “academy” dell’ex patron Volpi. Una macchina con operazioni da almeno 14 milioni per la quale gli spezzini avevano patteggiato una multa con la Figc.
A cura di Benedetto Giardina
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Dalla Nigeria a La Spezia con tappa a Lavagna. Un sistema tramite il quale diversi calciatori africani sono arrivati in Italia da minorenni, non è andato giù alla Fifa. E ora è proprio il club ligure a pagarne le conseguenze: multa da 460 mila euro e due anni senza poter fare mercato. Campagna acquisti bloccata pure per la Lavagnese (Serie D) e il Valdivara 5 Terre (Promozione), due società dilettantistiche che lo Spezia ha utilizzato come scalo per i giovani nigeriani portati nel nostro paese. Tredici in tutto, i calciatori transitati da qui, dal 2013 al 2017.

C'è da tempo un'inchiesta in corso, con quattro indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La giustizia sportiva, e in questo caso il Comitato disciplinare della Fifa, ha però deciso. Anche se lo Spezia, ora di proprietà dello statunitense Platek, non ci sta: "La nuova proprietà non ha avuto alcun ruolo nelle presunte trasgressioni imputate allo Spezia Calcio e condanna fermamente qualsiasi sistema che includa il trasferimento illecito di minori. Faremo ricorso contro questa sentenza e prenderemo le misure opportune per garantire che la nostra squadra rimanga competitiva negli anni a venire".

Come nasce il legame tra lo Spezia e la Nigeria

Tutto parte infatti con Gabriele Volpi, "l'italiano più ricco d'Africa" e cittadino nigeriano, che ha rilevato lo Spezia nel 2008. Sotto la sua proprietà, i liguri hanno scalato la piramide calcistica nazionale dai dilettanti fino alla promozione in Serie A. Lo scorso anno, il club è stato ceduto a Robert Platek, partner di Msd Capital, ma gli eventi che hanno fatto accendere i riflettori dei tribunali sono avvenuti nei 12 anni dell'era Volpi. Gli interessi in Nigeria dell'imprenditore ligure, infatti, toccano anche il calcio.

E lo Spezia, in questo scenario, è diventato il porto finale di diversi giovani calciatori africani. Alcuni arrivati in Italia e in grado di fare carriera, altri invece senza riuscire ad imporsi. Ma in questa storia, chiaramente, l'aspetto sportivo passa in secondo piano. L'indagine svolta dagli organi della Fifa ha accertato «la violazione dell'articolo 19 del Regolamento Fifa sullo Status e sul Trasferimento dei Calciatori, introducendo in Italia diversi minori nigeriano utilizzando uno schema volto a eludere il suddetto articolo nonché la legge nazionale sull'immigrazione».

È il 12 settembre 2011 quando lo Spezia ufficializza il cambio di presidenza, col passaggio di consegne da Gabriele Volpi al figlio, Matteo. Nel comunicato con cui si annuncia l'investitura del nuovo presidente, viene posto un obiettivo: «Creare, attraverso una Fondazione, un canale con la Nigeria per dare la possibilità ai giovani nigeriani di tentare l'avventura sportiva da noi. In tal senso lo Spezia Calcio, insieme con l’azienda Intels, ha avuto il piacere di ospitare negli ultimi 15 giorni la formazione del Kwara Football Academy di Ilorin, Nigeria, nell’ambito di quello che speriamo diventi un progetto forte e duraturo. La Società bianca intende infatti portare avanti con il Paese africano ed i suoi atleti una collaborazione che potenzialmente porterà validi atleti nelle fila dello Spezia». Una collaborazione che diverrà proficua sarà quella col Football College Abuja. Una creatura, anch'essa, di Volpi, che l'ha fondata nel 2012 tramite la Orlean Invest Ltd.

Quanto ha ricavato lo Spezia dai suoi calciatori nigeriani

È proprio da Abuja che parte il filo rosso col quale sono legate Spezia e Nigeria. La squadra della capitale nigeriana partecipa ai principali tornei giovanili d'Europa (dal 2016 al 2018 è una presenza fissa al Torneo di Viareggio) e mette in mostra i propri gioielli, diversi dei quali arrivano però in club dilettantistici italiani. Altri, invece, sbarcano subito nelle big. Nomi più o meno noti, passati dal calcio nostrano, dal 2013 al 2017: Sadiq Umar, Nura Abdellahi, Orji Okwonkwo, David Chidozie Okereke, Nasiru Tahir Maigini, Aondofa Theophilus Awua, Abdullahi Suleiman, Emmanuel Chkwuemeka Iroanya, Abiola Bankole Ejalonibu, Hami Taiwo Olonisakin, Riliwan Oyiandamola Rabiu e Emmanuel Izuchukwu Anih.

Tutti arrivati in Italia da minorenni, alcuni diventati macchine di plusvalenze e di contributi di solidarietà, riconosciuti ai club in cui sono transitati. Allo Spezia, però, arrivavano da maggiorenni e, secondo gli inquirenti, a costo zero. Lo Spezia, di fatto, viene accusato di aver importato giocatori senza pagarne il cartellino, facendoli ingaggiare da club dilettantistici (a cui è permesso tesserare extracomunitari).

Sadiq Umar passa dall'Fc Abuja alla Lavagnese e da lì allo Spezia. Dopo aver segnato 26 gol nel campionato Primavera, lo ingaggia la Roma. Costo dell'operazione: 500 mila euro per il prestito più 2,5 milioni per il riscatto, per un totale di 3 milioni di euro. Stessa valutazione fatta per Nura Abdellahi, ritiratosi nel 2019 per problemi di salute. Orji Okwonkwo da Abuja è passato direttamente al Bologna, mentre David Okereke è quello che fa più carriera di tutti a La Spezia: preso dalla Lavagnese, con gli aquilotti colleziona 59 presenze e 11 reti prima della cessione al Club Brugge per 8,16 milioni di euro (tutti di plusvalenza, ça va sans dire). Gli altri giovani hanno prodotto movimenti minori, come Theophilus Awua, rilevato in prestito oneroso dall'Inter nel 2016, ma per il quale il club nerazzurro non ha esercitato il diritto di riscatto. Da questa stagione, dopo aver girato l'Italia in prestito, Awua è svincolato.

In totale, dunque, lo Spezia ha raccolto almeno 14 milioni di euro lanciando giovani giunti irregolarmente in Italia. E continua a vedere soldi dai loro movimenti di mercato, avendoli avuti in organico in età compresa tra i 12 e i 23 anni. Il club ligure ha infatti diritto a un contributo di solidarietà per ogni trasferimento oneroso di questi ragazzi. Nel caso di Umar Sadiq, avendolo avuto sotto contratto solamente nella stagione in cui ha compiuto i 18 anni di età, lo Spezia ha diritto allo 0,5% del conguaglio previsto per ogni cessione.

Sadiq è nel 2020 è stato riscattato dal Partizan Belgrado per 1,7 milioni di euro e, stando a quanto riportato dai media spagnoli, lo stesso anno è passato all'Almeria per 5 milioni (col 10% da riconoscere alla Roma). Adesso, dopo 20 reti in Segunda Division, il suo valore è schizzato alle stelle. E per ogni cessione, c'è una percentuale che va allo Spezia come contributo di solidarietà.

Il sistema Spezia e la giustizia sportiva italiana

Un sistema che l'Italia, almeno a livello calcistico, aveva tacitamente accettato. Anzi, non così tacitamente, se si considera che gli organi di giustizia sportiva si sono pronunciati in merito. Nel marzo 2019, il Benevento ha presentato ricorso contro l'omologazione del risultato del match con gli spezzini (finito 2-3 per i liguri) proprio in merito al tesseramento di Okereke, Qualche settimana prima, stessa cosa era stata fatta dal Livorno (sconfitto 3-0 dallo Spezia). Il Giudice sportivo, però, ha respinto entrambi i reclami, rilevando "che dalla Relazione della Procura Federale e dalla documentazione acquisita, è emerso che il tesseramento del calciatore Okereke David Chidozie con la società Spezia non risulta essere, allo stato attuale, irregolare".

Questo perché Okereke "è stato tesserato con la U.S. Lavagnese 1919 a decorrere dal 3 settembre 2015, presentando la documentazione richiesta per tale tesseramento dalle disposizioni federali. La richiesta dell’Ufficio Tesseramento alla Federazione nigeriana circa il pregresso tesseramento del calciatore per quella associazione, inoltrata il 3 settembre 2015, è rimasta priva di esito. La variazione di tesseramento dell'Okereke come giovane di serie è stata autorizzata dalla F.I.G.C. con nota prot. 592/2016 MDL/tm del 19.1.2016, cui è seguito il visto di esecutività della Lega nazionale professionisti Serie B per la costituzione del rapporto di prestazione sportiva con lo Spezia Calcio a far data dal 20/01/2016".

A novembre del 2019, infine, lo Spezia ha patteggiato una multa da 60 mila euro a seguito delle indagini condotte dalla Procura federale, nel quale il club doveva rispondere di responsabilità diretta e oggettiva insieme all’ad Luigi Micheli e al responsabile del settore giovanile Claudio Vinazzani. Lì dove la Figc ha chiuso un occhio (se non due), si è svegliata la Fifa.

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