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Il rischio della criptovaluta sui ricavi della Roma: lo sponsor paga il club con monete virtuali

Pur di non indossare una maglia priva dello sponsor, la società della famiglia Friedkin ha preso il rischio e si è legata ad una società di blockchain, che solo apparentemente garantisce un livello di entrate pari a quello del precedente partner Qatar Airways. Il minimo garantito in contanti per ogni stagione è di appena 500mila euro, un valore molto basso se paragonato a quello riconosciuto ad altri club italiani dallo stesso tipo di sponsor. Il resto la Roma lo riceve sotto forma di monete virtuali, in particolare token, cioè azioni presenti in un mercato imprevedibile e non regolamentato, quello delle criptovalute. Ecco perchè al momento dell’incasso il club giallorosso potrebbe ottenere di più di quanto pattuito nell’accordo, ma anche incassare molto meno.
A cura di Andrea Lucia
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Se lo sponsor che dovrebbe essere una delle principali fonti di guadagno di una società è virtuale, il rischio che ne risentano anche i ricavi è molto alto. È il caso della Roma, che dopo aver concluso l'esperienza con Qatar Airways a fine luglio ha annunciato la partnership con Zytara. La società di blockchain, in collaborazione con il brand DigitalBits che compare sulla maglia, è diventato main global partner del club giallorosso per un valore complessivo di 36 milioni di euro in tre anni. Solo apparentemente si tratta dello stesso livello di entrate che garantiva Qatar Airways.

Come rivela la Gazzetta dello Sport, il corrispettivo di 36 milioni di euro che dovrebbe entrare nelle casse della Roma non solo è concentrato nella parte finale del triennio (5 milioni nel 2021-22, 10 milioni nel 2022-23 e 21 milioni nel 2023-24) ma il minimo garantito in contanti per ogni stagione è di appena 500mila euro. Il resto il club lo ho ricevuto sotto forma di monete virtuali, in particolare token DigitalBits col simbolo XDB. La Roma, anziché in contanti, è stata pagata in token, cioè azioni soggette alle imprevedibili oscillazioni degli scambi e presenti in un mercato, quello delle criptovalute, che non è neppure regolamentato.

Una scommessa vera e propria, che potrebbe rivelarsi vincente se al momento dell’incasso la Roma arrivasse a guadagnare anche di più di quanto pattuito nell’accordo con Zytara. Allo stesso tempo, però, potrebbe essere fallimentare se incassasse molto meno. Entrambe le ipotesi sono possibili e per questo la stabilità dei ricavi del club è messa in discussione. Non è un caso che la scelta della nuova proprietà americana abbia incontrato molti dubbi ma evidentemente i Friedkin si sono convinti a prendersi il rischio piuttosto che mostrare una maglia priva dello sponsor.

Il mercato delle monete virtuali non è un unicum isolato al caso della Roma, ma la nuova frontiera nel campo delle sponsorizzazioni si è aperta già ad altri club in Serie A. Sia Lazio che Inter sono entrate nel business delle criptovalute rispettivamente con i due main sponsor Binance e Socios. Perfino la Lega si è accordata con un altro player del settore come Crypto.com. La situazione della Roma, però, è diversa rispetto alle altre società: l’Inter da Socios ha un compenso fisso pari a 18 milioni a stagione e il Milan ha preteso da BitMex il pagamento solo in contanti di circa 5 milioni annui. Per non parlare dell’accordo Lazio-Binance, che vale un minimo garantito di circa 7 milioni a stagione sui 10 comprensivi di parte variabile. Tra i club italiani, i giallorossi sono quelli che ricevono più incassi virtuali dal proprio sponsor.

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