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Il Napoli crolla di schianto: blackout Scudetto al Maradona, la Fiorentina ne fa tre

Il Napoli perde in casa la quinta partita della stagione e inciampa nella corsa scudetto. La Fiorentina sfrutta gli spazi e colpisce in contropiede: finisce 2-3, risultato che smorza le speranze degli azzurri e l’entusiasmo del Maradona.
A cura di Maurizio De Santis
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La sindrome del "Maradona". In casa, nel momento cruciale della stagione, il Napoli si smarrisce ancora una volta. E perde la quinta gara del campionato (la sesta in assoluto). Un dato clamoroso soprattutto se rapportato all'unico ko subito in trasferta. Può una formazione che punta allo Scudetto vestire i panni dello studente al quale un po' tremano le gambe dinanzi ai compagni di classe e s'inceppa alla prima occhiata del professore? La risposta l'ha data il campo. Le gambe ci sono, il cuore non manca ma la testa fredda non c'è. E se oltre alla personalità fanno difetto anche le prestazioni di alcuni calciatori chiave (Zielinski e Fabian Ruiz sono apparsi poco brillanti come Rui e Rrhamani) è così che si materializza la sconfitta contro la Fiorentina. Questa volta non c'è Pjanic graziato, Orsato o storia d'albergo che tenga.

La Viola fa quel che deve (e lo fa bene): tiene i nervi saldi, resiste all'urto iniziale, va in vantaggio, incassa il pareggio ma non cede, è quadrata e sa cosa fare, gioca con maggiore leggerezza, trova raddoppio e poi colpo del ko nel giro di pochi minuti forte della velocità di Ikoné (subentrato nella ripresa) e dalla grinta di Cabral che approfitta dell'ennesimo errore/indecisione/valutazione sbagliata dei partenopei e la butta dentro. È un cazzotto nello stomaco.

La rabbia di Insigne, la Fiorentina è ancora una volta in vantaggio.
La rabbia di Insigne, la Fiorentina è ancora una volta in vantaggio.

Non è bastato nemmeno l'acuto di "Ciro" Mertens a scuotere gli azzurri e a cambiare l'inerzia dell'incontro. E Lozano… boh? A Bergamo serve a Elmas la palla del match, contro i toscani s'incarta e immagina traiettorie di passaggio improbabili per innescare Dries. Osimhen a un certo punto zoppica, è il segnale che va proprio tutto storto. Ha un guizzo dei suoi e dà fiato all'ultimo assalto. Serve a poco, se non a tentare almeno la carta dell'orgoglio. Il Napoli rovina tutto sul più bello quando tutti si attendevano una risposta all'Inter (che ha ancora la sfida col Bologna da recuperare) e la possibilità di mettere altra pressione al Milan. È finita? I numeri dicono di no, la realtà dei fatti e di quel che s'è visto racconta altro. La media punti del Napoli in casa è di 1.93, fuori è di 2.31. Le milanesi ringraziano.

Eppure lo stadio era pieno, traboccante di tifo come non si vedeva tempo (e non solo per le limitazioni Covid), l'avvio di match era stato incoraggiante e martellante, l'acuto del belga aveva riacceso speranze poi s'è spenta la luce. Buio totale e groppo in gola. Ancora una sconfitta sul prato verde dove sfioriscono le speranze di cucire il titolo in petto. Ad Atalanta, Empoli, Spezia, Milan s'è aggiunta la Fiorentina che prende i punti e scappa.

La grinta di Mertens dopo il momentaneo gol del pareggio del Napoli contro la Fiorentina.
La grinta di Mertens dopo il momentaneo gol del pareggio del Napoli contro la Fiorentina.

"Se li fai giocare ti prendono a pallate", aveva detto Italiano alla vigilia della partita. Ha imbrigliato l'avversario raccomandando alla squadra di soffrire/ripartire e in contropiede è stata micidiale Primo affondo e primo gol, con tre calciatori della Viola liberi liberi a meno di dieci metri da Ospina, Zielinski e Fabian Ruiz a commettere pasticci. Poi le frustrate nella fase centrale della ripresa. Cala il gelo.

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