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Il ministro Spadafora: “Stadi aperti ai tifosi? Allo stato attuale no”

Durante una visita a Napoli, il ministro dello Sport ha risposto alla domanda sul ritorno del pubblico negli stadi italiani: “C’è preoccupazione sulle riaperture. Aspettiamo settembre. Vediamo come saranno i dati epidemiologici, speriamo positivi, e poi il mio auspicio è di vedere il prima possibile le persone allo stadio, che torneranno quando ci potranno tornare in sicurezza”.
A cura di Alberto Pucci
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I nuovi casi di contagio da Covid-19, riscontrati nelle ultime ore in alcune parti d'Italia, stanno continuando a rallentare la corsa verso il ritorno alla normalità anche nello sport. Lo ha fatto capire senza giri di parole il ministro Vincenzo Spadafora, che ha di fatto chiuso le porte degli stadi e allontanato l'ipotesi di una riapertura parziale ai tifosi: "Allo stato attuale no. Proprio stamattina il Cts ha deliberato il no al pubblico agli Internazionali di tennis perché c'è comunque una preoccupazione sulle riaperture".

"C'è molta cautela su questo aspetto, la stessa che noi abbiamo mantenuto anche quando abbiamo autorizzato le riaperture del campionato – ha spiegato ai cronisti il ministro dello Sport, durante la visita allo stadio Landieri di Napoli nel quartiere Scampia – È grazie a quelle cautele che il campionato questo fine settimana si concluderà e si concluderà in sicurezza. Arriviamo a settembre, vediamo come saranno i dati epidemiologici, speriamo positivi, e poi il mio auspicio è di vedere il prima possibile le persone allo stadio, che torneranno quando ci potranno tornare in sicurezza".

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I dubbi sul prossimo campionato

Dopo le parole del presidente federale Gravina e del numero uno della Lega di Serie A, Paolo Dal Pino, sono dunque arrivate anche le dichiarazioni di Spadafora: "Le fughe in avanti di chi vuole ripartire subito e con gli stadi aperti sono fughe fuori dalla realtà, che trovano riscontro nelle decisioni del governo – ha spiegato il ministro a Radio Kiss Kiss – Il presidente Gravina si dice preoccupato per la ripartenza per la rigidità dei protocolli sanitari? Lo sono anche io, principalmente della situazione emergenziale sanitaria in Italia. Nel momento in cui capiremo come evolve la situazione ci occuperemo anche del calcio e di tutto il resto".

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