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Il logo sulla gamba: l’ultimo tatuaggio che fa discutere di Marcus Rashford

Il giovane attaccante del Manchester United ha mostrato l’ultima sua ‘creatura’ fatta durante il lockdown: la scritta “MR”. Il logo-immagine che Marcus Rasgford utilizza sui suoi profili ufficiali nei social network è apparso tatuato sulla coscia destra. Una scelta che ha destato più di una perplessità e critica in Inghilterra.
A cura di Alessio Pediglieri
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Giocatori e tatuaggi, una ‘combo' che dall'inizio del 2000 si è sempre più spesso vista sui campi di calcio in giro per il mondo. Oramai si vede di tutto, da frasi più o meno celebri, ai ‘tribali', passando per disegni e immafini che rappresentano aspetti personali alla celebrazione di epiche imprese anche sportive, fino ai tatoo colorati e – adesso – ai loghi. Sì, perchè Marcus Rashford sta facendo parlare di sè tutta l'Inghilterra – e non solo – per l'ultima sua idea, quantomeno originale, di tatuarsi sulla coscia le proprie iniziali che rappresentano il suo ‘marchio' di fabbrica: "RM". Così, quando in allenamento, l'estro del Manchester United è stato immortalato con il suo ‘brand', che è anche l'immagine del profilo del suo account Instagram seguito da oltre 8 milioni di follower, non sono mancati i commenti e le critiche.

Oramai si sa, il calciatore è da sempre anche un vero e proprio brand, un'azienda su due gambe, che produce entrate non solamente grazie a ciò che riesce a compiere sul campo ma anche, e a volte soprattutto, per come viene gestito al di fuori dal terreno di gioco, nella cura della propria immagine a livello commerciale. Così sono nate le sigle più famose del calcio internazionale da R9 a Cr7, esempi di veri e propri marchi commerciali. Marcus Rashford è andato oltre, con il logo stilizzato delle sue iniziali che non solo campeggia sui suoi profili social ufficiali ma da alcuni giorni anche sul suo corpo. Giusto o sbagliato, bello o brutto, poco importa, l'importante è che di un giocatore se ne parli, sempre e in ogni occasione, come si sta facendo in Inghilterra.

Dopotutto la carrellata di tatuaggi sui campi da calcio ha riservato scelte forse di dubbio gusto ma di certo non prive di originalità e fantasia. Da Marco Materazzi che si è ‘tappezzato' di date e coppe a cavallo del Mondiale con l'Italia di Lippi del 2006 al Triplete nerazzurro del 2010, a Patrick Cutrone, una delle nuove leve calcistiche italiane più interessanti per non dimenticare l'arte a inchiostro sul corpo di Mauro Icardi. ma c'è, ovviamente, anche la classica eccezione che conferma la regola: come Cristiano Ronaldo che cura il suo corpo come un tempio, senza alcun tattoo e suscitando anche l'invidia di qualche collega.

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