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Il dramma di Ferran Torres, a soli 22 anni già dallo psicologo: “Ero in un pozzo senza fondo”

Il giovanissimo attaccante del Barcellona ha rivelato tutti i problemi che ha attraversato da quando è ritornato in Spagna: “Avevo una sola orribile ossessione, il gol. Non mi importava giocare bene o male. Poi ho capito che così mi sarei perso”. E così, dopo quasi 4 mesi è tornato a giocare una gara per 90 minuti.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il nazionale spagnolo è tornato a giocare una partita per tutti i 90 minuti con la maglia del Barcellona, nell'ultimo turno di Liga in cui gli azulgrana hanno vinto sul Cadice 2-0. Ferran Torres non finiva una gara in campo dallo scorso novembre, sempre utilizzato a spizzichi da Xavi con continue prestazioni altamente al di sotto dei suoi standard. Finalmente, il 22enne attaccante ha rivelato i motivi della sua involuzione, figlia di un'ossessione che lo ha accompagnato per lunghissimo tempo e che ha rischiato di trascinarlo nel tunnel della depressione.

A raccontarlo è lui stesso, proprio subito dopo la gara contro il Cadice che lo ha rivisto tra i protagonisti. Nel massimo delle proprie potenzialità e aspettative, a soli 22 anni e in piena rampa di lancio, Ferran Torres ha ammesso tutti i problemi personali che gli hanno ottenebrato gli ultimi mesi, rischiando di perdersi ancor prima di costruirsi una solida carriera. Arrivato al Barcellona nel gennaio 2022, in uno dei momenti più difficili della storia del club catalano, Ferran Torres è stato fagocitato dai problemi societari di ricostruzione sia amministrativa che sportiva: "Nessuno ha apprezzato che ho avuto il coraggio di lasciare la Premier e di venire qui" ammette a distanza di un anno, non rinnegando la propria scelta. "Ma quando chiama il Barça e ti chiama Xavi, lasci tutto".

Ferran Torres presentato dal Barcellona al suo arrivo, nel gennaio 2022
Ferran Torres presentato dal Barcellona al suo arrivo, nel gennaio 2022

E così ha fatto, abbandonando il Manchester City per tornare in patria dove si è scontrato con i propri fantasmi: un ragazzo di soli 22 anni, schiacciato dalle responsabilità e dalle pressioni di un ambiente che pretendeva risultati immediati e continui. Troppo, a tal punto da rischiare il tracollo professionale e personale: "Sono entrato in un pozzo senza fondo, non sapevo come uscirne", ha spiegato il valenciano in una chiacchierata informale con la stampa spagnola, che nei mesi successivi al ritorno in Spagna ha visto la sua situazione complicarsi ancora di più a causa dell'infortunio che gli ha fatto saltare l'ultima preparazione estiva: "È stato in quel momento che ho capito che dovevo fare qualcosa e così ho deciso di chiedere aiuto ad uno psicologo. Mancavo di autostima, non avevo più fiducia in nulla, tutto sembrava orribile e avercela solo con me. È stata un'esperienza molto amara, ma allo stesso tempo uno dei momenti più belli perché ora mi sento più forte".

L'ex Manchester City non ha retto la pressione cui è stato sottoposto firmando per il Barcellona: "Nessuno mi ha apprezzato. Sono arrivato in un momento molto delicato, con la squadra al nono posto in campionato e che poi ho contribuito a riportare in Champions League". Così il tunnel, lento e inesorabile che lo ha afferrato alla gola facendogli perdere ogni entusiasmo, a soli 22 anni. "Avevo un'unica ossessione: il gol, e non mi divertivo più" ammette ora Ferran Torres dopo il cammino psicologico svolto con uno specialista. "Pensavo solamente a segnare, anche se non giocavo bene non mi importava: dovevo fare sempre e solo gol. Grazie al cielo, adesso ho imparato a uscirne, sto tornando a divertirmi". E così, anche Xavi sembra essersene accorto, riportandolo al centro dell'attacco catalano: "Se penso solo a divertirmi, poi le cose vengono da sole".

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