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I fratelli Traoré rischiano la squalifica: false identità e finto padre

I giovani centrocampisti Hamed e Amad Traoré, calciatori di Sassuolo e Atalanta, rischiano una squalifica. Entrambi avrebbero mentito per arrivare in Italia. In pratica i due hanno finto il ricongiungimento con un falso papà. Le rispettive società, e cioè il Sassuolo e l’Atalanta, sono estranee ai fatti.
A cura di Alessio Morra
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I fratelli Hamed e Amad Traoré, che giocano rispettivamente con il Sassuolo e l'Atalanta, loro malgrado sono coinvolti in una storia poca chiara. La Procura di Parma ha accusato di ‘falso e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina' cinque cittadini della Costa d'Avorio, tra questi c'è anche Hamed Mamadou Traoré, una specie di papà in prestito dei fratelli Traoré, che non sono indagati, ma che sono stati sentiti dai magistrati come persone informate sui fatti.

L'indagine della Procura di Parma

Cinque persone – Bly Blaise Tehe, Marina Edwige Carine Teher (dipendente dell’Atalanta), Zadi Gildas Abou, Larissa Ghislaine Teher e Hamed Mamadou Traore – sono state accusate di falso e favoreggiamento dell'immigrazione dalla procura di Parma, uno di questi è il ‘padre' dei talentuosi calciatori. Questa inchiesta nasce nel 2017 dopo l'arresto di Giovanni Damiano Drago, di Demoya Yves Gnoukouri e di Kone Aboduraman. Drago disse di essere a conoscenza di falsi ricongiungimenti familiari che avrebbero consentito l'ingresso irregolare in Italia di una serie di persone, inclusi alcuni giovani calciatori tra cui i fratelli Traoré.

I fratelli Traoré rischiano la squalifica

Il finto padre dei Traoré è nel mirino delle autorità giudiziarie perché ha preso in carico i due ragazzi, che hanno sfruttato la possibilità di un ricongiungimento familiare per farli arrivare in Italia. I due giocatori sono stati ascoltati dai giudici e ora rischiano grosso. Perché mentre le rispettive società, Atalanta e Sassuolo, sono totalmente estranee alla vicenda, i giocatori invece conoscevano la situazione. Ed essendo entrati in Italia in modo particolare ora rischiano una squalifica, come quella che si beccò tanti fa anni Luciano Eriberto, giocatore del Chievo Verona che giocò per una serie di stagioni con un'identità diversa rispetto a quella reale.

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