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Guardiola con la felpa di Open Arms: “Amo questi ragazzi e quello che fanno”

Open Arms è la Ong catalana che si occupa di ricerca e soccorso in mare dei migranti. Non è la prima volta che il tecnico del Manchester City manifesta simpatia per l’organizzazione umanitaria: fece la stessa cosa nel 2019, quando definì quelle persone suoi “compagni” mentre nel 2018 finanziò con 150 mila euro la riparazione della nave Proactiva.
A cura di Maurizio De Santis
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"Amo questi ragazzi e quello che fanno". Un anno fa, Pep Guardiola si presentò in conferenza stampa alla vigilia della gara contro il Tottenham indossando una felpa di Open Arms, la Ong catalana che soccorre i migranti nel Mediterraneo. Li chiamò "compagni", mostrando grande simpatia nei confronti di quell'organizzazione umanitaria che salva vite e dà (ancora) una speranza a chi rischia la pelle, di annegare in mezzo ai flutti, pur di sfuggire alle miserie del proprio paese. Il tecnico lo ha fatto di nuovo: in occasione del match di campionato con il Newcastle aveva un'altra maglia che recava il nome dell'associazione. Allora era rossa e recava uno stemma in petto, adesso è grigia il marchio ricamato in rosso nella parte anteriore.

Nel 2018 donò 150 mila euro alla Ong

La solidarietà di Guardiola s'è spinta anche oltre la semplice testimonianza. Ai complimenti ha fatto seguito una forma di adesione piena, concreta: nel 2018 donò all'associazione una somma di 150 mila euro. Quei soldi servirono a riparare una nave (Proactiva) danneggiata e finita sotto sequestro nel porto italiano di Catania.

Guardiola tra calcio, politica e identità catalana

Calcio, politica e identità. Il rapporto di Pep Guardiola con la sua terra, la Catalogna, è qualcosa di endemico. Non bastano le parole a spiegarlo. Ecco perché, oltre alla compassione (secondo l'accezione dell'etimologia greca del termine, "provare emozioni con"), l'ex tecnico di Barcellona e Bayern Monaco non ha mai nascosto la propria opinione quando – in occasione della condanna da parte della corte suprema spagnola dei 12 leader dell'indipendenza catalana con pene dai 9 ai 13 anni di detenzione – si schierò apertamente: "La Spagna sta vivendo una deriva autoritaria perché si utilizza la legge anti-terrorista per criminalizzare la dissidenza". Parole che lo posero all'attenzione del popolo catalano al punto che molti lo avrebbero candidato volentieri al timone della ‘Generalitat' (il sistema amministrativo-istituzionale della Catalogna).

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