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Plusvalenze in Serie A: le ultime news

Gli appunti di Cherubini su Paratici trovati nella sede della Juve: un foglio con segreti e accuse

Libro nero FP: è così che gli inquirenti hanno identificato gli appunti di Federico Cherubini sull’ex dirigente, Fabio Paratici. “Piani disastrosi, acquisti senza senso… fa riunioni dal barbiere e dal podologo, non rispetta gli orari”. Annotazioni finite agli atti della Procura di Torino nell’inchiesta sulle plusvalenze della Juventus e nelle quali c’era di tutto.
A cura di Maurizio De Santis
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Federico Cherubini e l'ex dirigente della Juventus, Fabio Paratici.
Federico Cherubini e l'ex dirigente della Juventus, Fabio Paratici.
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Libo nero FP, dove per FP sta per Fabio Paratici. Su quelle pagine Federico Cherubini annotava ogni cosa facendo le pulci, muovendo critiche, censurando la gestione del collega dirigente di cui prenderà l'incarico dopo il suo trasferimento al Tottenham. Su quei fogli, che un po' inquietano per l'attività di dossieraggio in una cerchia così ristretta di persone appartenenti a uno stesso staff, è annotato di tutto. Il quadro che ne emerge è una crepa che lascia intravedere quale fosse lo stato dei rapporti in seno ai vertici ed è ritenuto interessante anche dal punto di vista giudiziario per le valutazioni da parte della Procura di Torino.

La figura dell'ex manager del mercato bianconero ne esce malissimo, svilita, umorale, abbastanza disinvolta nella gestione del ruolo e delle responsabilità da non rispettare gli orari, cambiare di continuo l'agenda degli incontri, fissare riunioni in sauna, dal barbiere o addirittura dal podologo, rendersi protagonista di acquisti senza senso e dalle ricadute disastrose sui conti.

Fabio Paratici, adesso al Tottenham, all'Allianz Stadium accanto al presidente, Andrea Agnelli.
Fabio Paratici, adesso al Tottenham, all'Allianz Stadium accanto al presidente, Andrea Agnelli.

Paratici viene raccontato come fuori controllo per i "giudizi e le valutazioni che cambiano ogni giorno" e scandiscono l'andazzo di investimenti "fuori portata" fino alla "distruzione di una generazione" di giovani calciatori (Audero, Spinazzola, Kean sono alcuni dei nomi che compaiono). Ma più che le considerazioni personali che soffiano via il castello di carta, il rapporto sull'uomo e sull'interpretazione della sua figura di potere, agli inquirenti che seguono l'inchiesta sulle plusvalenze della Juventus interessa un altro aspetto contenuto in quegli appunti.

Parole come "utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali", "beneficio immediato" e ancora "carico ammortamenti" – come emerge dagli stralci pubblicati da Repubblica – alimentano la convinzione, costituiscono una prova importante che di fronte alle necessità di bilancio la strategia utilizzata dal club sia stata quella di ricorrere a flussi finanziari sospetti (compresa la contestata manovra stipendi, nella quale è centrale la famigerata ‘carta Ronaldo').

Ci sarebbe stata una priorità dettata anche dalla contrazione ulteriore dei ricavi provocata dal Covid: contenere l'indebitamento, limitare le perdite, colmare quel buco che era diventato una voragine e nemmeno gli interventi di ricapitalizzazione erano (sono) riusciti ancora a colmare. Chiedeva estremi rimedi a mali estremi, col rischio di ritrovarsi invischiati in ipotesi di reato (quelle prefigurate dalla Procura) quali: false comunicazioni sociali, ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, manipolazione del mercato e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

I vertici della Juventus: Maurizio Arrivabene, Andrea Agnelli, Federico Cherubini, Pavel Nedved.
I vertici della Juventus: Maurizio Arrivabene, Andrea Agnelli, Federico Cherubini, Pavel Nedved.

La Guardia di Finanza aveva trovato quel diario durante una delle perquisizioni effettuate negli uffici della Juventus. Era nella scrivania di Cherubini, chiuso in quel cassetto nel quale credeva che nessun altro ci avrebbe mai messo le mani e, soprattutto, mai avrebbe visto la luce in un frangente del genere, così delicato anche sotto il profilo giudiziario.

Restare "on track (in pista) ma su una bumpy road (strada dissestata)". "Stipendi e plusvalenze sono operazioni chiave per la messa in sicurezza. Speriamo nel vaccino per lo stadio ma è difficile". Le parole scritte dal dirigente addetto alla contabilità, Stefano Bertola, al presidente Andrea Agnelli entrano nel corredo accessorio di riscontri, circostanze a sostegno della tesi portata avanti dai pubblici ministeri: ovvero che i cartellini gonfiati dei calciatori e gli accordi per la restituzione spalmata nel tempo degli stipendi a cui avevano rinunciato a causa del Covid sono due facce di una stessa medaglia, il solco nel quale la presunta promiscuità di operazioni incrociate si associa a carenze e criticità emerse negli ultimi bilanci.

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