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I PM fanno appello per arrestare Agnelli: 155 milioni di plusvalenze fittizie contestate alla Juve

Braccio di ferro tra Procura di Torino e GIP per arrestare Andrea Agnelli: i PM ricorrono contro il no. Dagli atti dell’inchiesta emergono che sarebbero stati due, secondo l’accusa, i modi fraudolenti che la Juventus avrebbe messo in atto per alleggerire i propri bilanci: plusvalenze fittizie e manovre stipendi con i calciatori.
A cura di Paolo Fiorenza
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La conclusione delle indagini della Procura di Torino sul filone plusvalenze si è abbattuta sulla Juventus come un tornado, portando ad un allargamento degli indagati e delle ipotesi di reato contestate. Dopo un anno di lavoro certosino, con i bilanci di tre annualità (2018, 2019, 2020) passati al setaccio e gli interrogatori di dirigenti e giocatori del club bianconero, ieri l'atto di chiusura dell'inchiesta è stato notificato alla Juventus.

Al suo interno sono indicate in 155 milioni le presunte plusvalenze fittizie derivanti da cessione dei diritti dei calciatori, appostate nei bilanci della Juventus e che avrebbero consentito di alleggerire il segno meno. Tra i nuovi indagati c'è anche l'amministratore delegato Maurizio Arrivabene, oltre ai membri del Cda, ai componenti del collegio sindacale e al revisore legale. A loro si aggiungono gli indagati della prima ora, ovvero i vertici apicali della società bianconera: il presidente Andrea Agnelli e il vicepresidente Pavel Nedved, oltre all'ex Ds Fabio Paratici, all'avvocato Cesare Gabasio, agli ex dirigenti Marco Re, Stefano Bertola e Stefano Cerrato.

Agnelli con Nedved e Arrivabene: sono tutti indagati dalla Procura di Torino
Agnelli con Nedved e Arrivabene: sono tutti indagati dalla Procura di Torino

In particolare per Agnelli la Procura aveva usato il pugno duro, chiedendo di metterlo agli arresti domiciliari. L'istanza è stata respinta la settimana scorsa dal Giudice per le indagini preliminari, non ritenendo che sussistessero le esigenze cautelari (pericolo di inquinamento prove, di fuga o di reiterazione del reato), visto che il clamore generato dall'indagine, con perquisizioni e interrogatori, era tale da rendere improbabile il verificarsi di uno di questi scenari. Incassato il no, la Procura intanto ha chiuso l'inchiesta notificando il relativo atto ai soggetti interessati, ma non si è arresa sull'arresto di Agnelli ed ha presentato ricorso al tribunale del Riesame.

Quanto ai capi d'accusa, ai reati di falso in bilancio nelle comunicazioni sociali e false comunicazioni al mercato, si sono aggiunti quelli di "aggiotaggio informativo" e "ostacolo alla Consob", essendo la Juve quotata in Borsa (oggi titolo a picco). Inoltre per alcuni indagati c'è anche l'accusa di "dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti" relativamente ad agenti dei calciatori, con una contestazione di danno all'erario per indebita detrazione di Iva.

Oltre alle plusvalenze fittizie che sarebbero stare inserite nei bilanci, l'altra operazione fraudolenta contestata alla Juventus sempre per alleviare il rosso riguarda le "manovre stipendi" dei calciatori, con le quali si era detto che avessero rinunciato durante la pandemia ad alcuni loro emolumenti. Per la stagione 2019-20 i PM ritengono invece che "i calciatori, in accordo con la società, abbiano rinunciato a percepire una sola mensilità e non 4, come invece comunicato dalla Juve". Le altre tre sarebbero state soltanto differite all'anno dopo. Mentre nella stagione successiva "c'erano stati accordi individuali di riduzione degli stipendi di marzo- giugno 2021, con l'impegno di rimanere nel club". Uno scenario che non ha trovato corrispondenza nelle scritture private sequestrate, nelle quali la Juve si impegnava in maniera diversa "da quanto depositato alla Lega".

Giorgio Chiellini abbraccia Andrea Agnelli lo scorso 16 maggio allo Stadium
Giorgio Chiellini abbraccia Andrea Agnelli lo scorso 16 maggio allo Stadium

Secondo quanto accertato nelle indagini, l'accordo – che era stato raggiunto con una scrittura privata sottoscritta da Andrea Agnelli e da Giorgio Chiellini il 28 maggio 2020 e che non fu reso pubblico – aveva dunque termini diversi rispetto a quelli comunicati. Nell'impianto accusatorio della Procura di Torino, sarebbero dunque sostanzialmente due le modalità con cui la Juventus avrebbe cercato di ‘truccare' i propri bilanci: le plusvalenze fittizie derivanti dal calciomercato e le rinunce altrettanto fittizie dei calciatori a parte dei loro compensi.

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