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German Pezzella racconta il contagio: “Avevo paura di non riuscire più a respirare”

Il difensore della Fiorentina ha parlato ai media argentini spiegando qual è la situazione in Italia e come si è sentito nei giorni in cui è stato costretto alla quarantena e all’isolamento per aver contratto il Coronavirus: “Ho avuto paura ma non volevo che la mia famiglia si lasciasse prendere dall’ansia per la preoccupazione”.
A cura di Maurizio De Santis
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Paura di svegliarsi e non riuscire più a respirare. Paura per se stesso e per la famiglia. È così che German Pezzella, difensore argentino della Fiorentina, ha raccontato nell'intervista al quotidiano sportivo Olè come ha vissuto il periodo del contagio da Coronavirus. Era uno dei tre calciatori viola (oltre a Vlahovic e Cutrone) risultati positivi al test del Covid-19: adesso che è guarito e l'infezione è andata via senza lasciare traccia né complicanze può tirare un sospiro di sollievo. Il timore, però, è stato grande: il battage mediatico su quanto è accaduto finora (e sta accadendo in Italia), le immagini delle bare ammucchiate sui mezzi militari, il numero dei morti hanno scandito le sue giornate da "malato".

In quei momenti ho fatto il possibile per mantenere la calma – ha ammesso il centrale della Viola -. Lo dovevo soprattutto alla mia famiglia alla quale ho sempre cercato di infondere tranquillità nonostante tutto e io stesso fossi molto preoccupato.

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I sintomi sono stati differenti rispetto ai compagni di squadra ma per fortuna adesso il periodo di quarantena è solo un brutto ricordo. Pezzella non dimenticherà facilmente come si è sentito in quei giorni che sembravano non finire mai.

Dentro di me, avevo un po’ paura – ha aggiunto Pezzella -. E c'era un pensiero in particolare che mi ronzava in mente… se domani mi sveglio e non riesco a respirare? Con questo virus non si sa mai cosa può succedere. Per fortuna adesso è tutto passato e sto bene. Quando è arrivato il responso del secondo test effettuato ero molto felice.

Come può aver contratto l'infezione? Pezzella non può essere certo di chi gli abbia trasmesso il virus e quando possa averlo contratto ma alla domanda del giornalista argentino risponde fissando un limite molto chiaro.

Come abbiamo fatto a restare infettati? Non credo ci siano molte alternative perché i nostri spostamenti sono sempre gli stessi… o è successo all'interno della squadra oppure quando sono andato al supermercato.

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