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Fanno sbottare Spalletti dopo una vittoria per 6-1: “Ma cosa devo fare ragazzi?”

L’impresa storica di Amsterdam ha consegnato all’Europa un Napoli straordinario. Luciano Spalletti nel post gara si è presentato pacato e sereno, a tal punto che qualcuno ha anche dubitato di lui.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ci sono riusciti e non era facile dopo un successo incredibile in Champions League, in casa dell'Ajax sommerso da sei gol, in una partita in cui il Napoli ha letteralmente dominato la scena sotto ogni punto di vista. Eppure, nel post partita Luciano Spalletti si è dovuto comunque innervosire nel dover rispondere ad una domanda che lo ha portato a mettere da parte la gioia e la soddisfazione di un'impresa storica per qualche istante.

Il tecnico del Napoli si presenta davanti ai microfoni post gara con l'attenzione di chi sa che facili entusiasmi possano diventare pericolosi boomerang in una stagione iniziata benissimo ma ancora maledettamente lunga e complicata. Ad oggi, la squadra esprime la forma migliore di calcio che si possa gustare in Italia e in Europa e Spalletti lo sa perfettamente. Ma sa anche che tutto si può infrangere al primo passo falso, lasciando sul campo quelle certezze e consapevolezze che i giocatori hanno trovato.

Ed è per questo che il tono pacato, la lucida analisi del match, il tentativo di analizzare un trionfo nei giusti confini sembra cozzare con l'impresa di Amsterdam dove il 6-1 all'Ajax racchiude la perfezione attuale del Napoli: "Si è fatta un'ottima partita, i ragazzi hanno sempre avuto voglia di segnare, di cercare il risultato" evidenzia Spalletti "Davanti c'era una signora squadra, qui c'è roba di valore, un avversario che sa giocare. Andare in svantaggio subito, in un ambiente così con quel boato assordante non è mai facile, poi la squadra è stata brava a non disunirsi a non pensare al risultato ma continuare a fare ciò che deve".

Il Napoli ad Amsterdam ha giocato la migliore partita di sempre in Champions League
Il Napoli ad Amsterdam ha giocato la migliore partita di sempre in Champions League

A sentirlo parlare, sembra davvero che si sia vissuta una serata di ordinaria amministrazione, invece di aver partecipato ad un evento sportivo a suo modo unico e che certifica l'attuale grandezza di questo Napoli: erano 60 anni, dal 1964, che l'Ajax, davanti al proprio pubblico, non subiva una sconfitta così indecorosa davanti al proprio pubblico. Una vera e propria impresa che lascia il segno, con Spalletti che prova in ogni modo a stemperare facili euforie: "Una vittoria non ti cambia la vita, certo è che in Champions League abbiamo fatto cose importanti, ma se mi chiedete se sia la mia più bella notte europea, vi ricordo che a Manchester ne ho prese sette… Sì, oggi è meglio di allora…"

E così, arriva spontanea dagli studi anche la domanda davanti alla pacatezza del tecnico: "Però non sembra proprio del tutto contento di questo successo, non sembra che abbia vinto 6-1…". È la scintilla che accende la miccia, con Spalletti che esterna in modo chiaro e preciso – e anche un po' piccato – il proprio delicatissimo ruolo: "Ma che devo fare, ragazzi? Io non lo so che devo fare. Sono contentissimo, ma c’è subito a rivincere la prossima. Se si va a perdere l’ordine delle cose da pensare e da fare, poi ci resti male nel futuro per la prossima partita".

Uno Spalletti che resta ancorato con i piedi e la testa ad una visione generale molto più ampia, che va ben oltre ai 90 minuti straordinari di Amsterdam dove ha regalato calcio agli olandesi e alla Champions League. L'euforia e i festeggiamenti li lascia ad altri, ai giocatori dentro gli spogliatoi, ai tifosi sugli spalti. Lui resta di profilo basso e anche nel momento più bello ed entusiasmante si mostra pragmatico e realista: "Appena si finisce questa partita si ritorna a pensare a quella successiva, perché se non fai tre punti nella prossima poi è di nuovo difficile e domenica troveremo una Cremonese tirata a lucido perché sa contro chi giocherà". Un Napoli bello e stupendo, capace di insegnare calcio ai Godenzonen, i "figli degli Dei" a casa loro. Ma non ditelo a Spalletti, si potrebbe anche arrabbiare…

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