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Emergenza Covid, Castellacci: “Il protocollo è datato e va modificato”

L’ex medico sociale della Nazionale azzurra, oggi presidente dei medici sportivi italiani, ha parlato della situazione contagi nel calcio italiano: “Il virus va in divenire e quindi il protocollo deve essere attuato. Non è stato eseguito alla lettera, chiudere tutti in una bolla significa restare chiusi in albergo e non poter avere contatti all’esterno”.
A cura di Alberto Pucci
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In attesa di buone notizie dai vari tamponi che si stanno svolgendo in queste ore in tutti i centri sportivi, sull'argomento delicato del protocollo sanitario è intervenuto Enrico Castellacci: presidente dei medici sportivi italiani. "Il protocollo è datato, il virus va in divenire e quindi il protocollo deve essere attuato. Non è stato eseguito alla lettera, chiudere tutti in una bolla significa restare chiusi in albergo e non poter avere contatti all'esterno. Non c'è stato un minimo di coordinamento nazionale, una direzione unitaria a livello governativo".

Le Asl e il campionato

Dopo il caso Juventus-Napoli, che ha fatto e che sta facendo ancora discutere, anche l'ex medico sociale della Nazionale azzurra ha voluto dire la sua opinione: "Qualsiasi Asl d'Italia può bloccare qualsiasi società e in questo modo il campionato non può andare avanti. O si cambia il protocollo che non dà adito a dubbi o ci si ferma – ha spiegato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli – Se la Juve è convinta di aver fatto bene, spiegatemi il motivo perché il Napoli dovrebbe essere condannato se ha seguito il protocollo siccome le Asl fanno parte di quelle eccezioni in esso inserite".

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Il focolaio di Genova

"Il caso Genoa è scioccante solo perché parliamo di calcio – aveva aggiunto il sessantanovenne medico toscano, durante un suo intervento a TeleCapri nel corso della trasmissione ‘TeleCapri Onda Azzurra' – Purtroppo i focolai in Italia sono emersi in vari ambienti di lavoro, difficile che il calcio rifuggisse a questa ipotesi. Indubbiamente passare in due giorni da 2 a 14 positivi impressiona, ma questo ci conferma che il tampone va fatto almeno 72 ore dopo il contatto con l'eventuale positivo, per avere risposte certe".

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