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Crisi Milan, Mirabelli punge Boban e Maldini: “Le bandiere non sono sempre grandi dirigenti”

Massimiliano Mirabelli torna a parlare del Milan. L’ex dirigente arrivato in rossonero nell’aprile 2017 ed esonerato poco più di un anno dopo, ha detto la sua sulla nuova gestione del club meneghino che sta vivendo un inizio di stagione difficile. La rivoluzione societaria non ha prodotto i risultati sperati, e Mirabelli si è tolto qualche sassolino nella scarpa, soprattutto nei confronti di chi ha raccolto la sua eredità.
A cura di Marco Beltrami
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Massimiliano Mirabelli torna a parlare del Milan. L'ex dirigente arrivato in rossonero nell'aprile 2017 ed esonerato poco più di un anno dopo, ha detto la sua sulla nuova gestione del club meneghino che sta vivendo un inizio di stagione difficile. La rivoluzione societaria non ha prodotto i risultati sperati, e Mirabelli si è tolto qualche sassolino nella scarpa, soprattutto nei confronti di chi ha raccolto la sua eredità.

Milan, Mirabelli punta il dito contro Boban e Maldini

Cosa penso Massimiliano Mirabelli del momento no del Milan? Ai microfoni di Radio Punto nuovo ha puntato il dito contro l'attuale dirigenza e in particolare contro Boban e Paolo Maldini: "Il problema serio del Milan, io l'ho vissuto, oggi come oggi deve non vivere della sua storia. La storia va ricordata, ma non si può essere prigionieri di questa storia. Se notiamo c'è una Juve che primeggia da tanti anni e non mi pare che a dirigerla ci siano bandiere. Lo stesso Conte che è stato una bandiera della Juve, è dovuto andare a farsi ‘il mazzo' in tutte le squadre, fare gavetta, imparare il mestiere per poi allenare in maniera eccellente la Juve". Per Mirabelli non è detto che chi sia stato una bandiera sia altrettanto valido come dirigente: "Oggi è imprigionato il mondo nel parlare di bandiere, chi è stato un gran campione in campo, non vuol dire debba fare il dirigente. Secondo me se il Milan vuole tornare ad essere quello che è stato un tempo, deve vivere di presente senza chiacchiere, sennò saranno anni bui. Peccato, perché c'è una tifoseria importante, che segue sempre. Quando proprio è vuoto, il San Siro fa 50.000 spettatori".

Crisi Milan, Mirabelli difende Giampaolo

E a proposito di mister Giampaolo, finito sulla graticola e al centro di un tormentone relativo al possibile esonero, Mirabelli veste i panni dell'avvocato difensore: "Tutti ce l'hanno con Giampaolo, che io ritengo un ottimo allenatore. Chi conosce Giampaolo, sa che gli deve costruire una squadra ad hoc, non è una squadra che può esprimersi come vuole lui. Il Milan avendo Suso, uno dei giocatori più importanti che non può giocare da trequartista, e quindi è stato bocciato, non dispone dell'uomo giusto. C'è stato un problema di comunicazione nella costruzione della squadra".

Le differenze tra il Milan di Mirabelli e quello attuale

Le grandi aspettative nella nuova dirigenza del Milan sono dunque state mal riposte secondo Mirabelli che ha fatto un paragone con il passato: "Nessuno si aspettava una cosa del genere, il Milan ha già una proprietà importante, ha investito tantissimo, molto più di ciò che hanno investito i cinesi, avendo più sessioni di mercato a disposizione, ci si aspettava qualcosa di più importante. Sono stati fatti cambiamenti importanti, allenatore, staff dirigenziale che è uno tra i più costosi in Italia, ci aspettavamo qualcosa di diverso. Gruppo poco compatto? Quando siamo stati ad operare noi, abbiamo rifondato una squadra prendendo 11 giocatori con una sola sessione di mercato e abbiamo sfiorato la Champions, punti persi con Verona e Benevento, due squadre retrocesse. Nelle successive sessioni di mercato, avremmo voluto aggiungere ciò che mancava, poi è cambiata la proprietà ed il management, ma hanno investito tantissimo sul mercato. Ha comprato giocatori giovani, ma comunque costosi, ci si aspettava di più", conclude l'ex dirigente rossonero".

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