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Cosa succede se la Juve non si qualifica per la Champions dopo aver preso Vlahovic

La Juventus si è garantita l’investimento per il Dusan Vlahovic con l’aumento di capitale. Senza la Champions, però, il rischio è quello di rinunciare a 80 milioni.
A cura di Benedetto Giardina
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La Champions come "assicurazione" per Vlahovic? Non proprio. Certo, se la Juventus ha deciso di sostenere l'investimento per portare a casa il centravanti serbo già a gennaio, l'obiettivo minimo non può che essere l'accesso tra le prime quattro in classifica. Ma è possibile pensare che i bianconeri possano supportare una tale operazione anche in caso di mancata riuscita, sul campo, dei piani societari. Perché se da un lato c'è la possibilità di liberare spazio con le prossime scadenze (nel 2022, ma anche nel 2023), dall'altro va tenuto in considerazione lo sforzo effettuato dalla proprietà juventina con l'ultimo aumento di capitale.

Quanto vale la Champions League per la Juventus

Quel che è certo, è che la qualificazione in Champions League per la Juventus può valere almeno un'ottantina di milioni di euro. Al 30 giugno 2021, i ricavi da partecipazione alle competizioni Uefa hanno portato nelle casse bianconere 88,4 milioni di euro, cifra in aumento rispetto ai 77,1 milioni della stagione precedente, in cui però si sono manifestati gli effetti della temporanea sospensione dei tornei a causa della pandemia di Covid-19, col differimento di parte degli introiti nell'esercizio successivo. Parliamo comunque di stagioni non esaltanti, per la Juventus, in campo europeo. Le annate passate, in cui il percorso in Champions League è stato più duraturo rispetto alle ultime due, hanno inevitabilmente prodotto maggiori ricavi: 95,3 milioni nel 2018/19 (quarti di finale), 78,2 nel 2017/18 (quarti di finale, ma con la Roma a ridurre la quota di market pool essendo giunta in semifinale) e 110,3 nel 2016/17, anno in cui la Juventus perse la finale di Cardiff contro il Real Madrid.

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Quanto peserà Vlahovic sui conti della Juventus

La Champions da sola, dunque, sarebbe già una discreta assicurazione sull'affare Vlahovic. La spesa fissa per il suo acquisto dalla Fiorentina è di 70 milioni di euro, pagabili in tre esercizi, a cui aggiungere altri 11,6 milioni tra contributo di solidarietà per i club che lo hanno formato (Ofk Belgrado e Partizan a cui va il 5% del conguaglio, pari a 3,5 milioni) e compenso per i procuratori (8,1 milioni complessivi). Inoltre, sono previsti premi da riconoscere alla Fiorentina fino ad un massimo di 10 milioni, al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ciò significa una parte fissa di 81,6 milioni tra cartellino e altri oneri, più altri 10 milioni di variabili che potranno verificarsi nei prossimi anni. Non è stata resa nota l'entità dell'ingaggio annuo del calciatore, ma la spesa dovrebbe aggirarsi sui 13 milioni lordi a stagione (al netto, 7 milioni all'anno) fino al 2026.

Quattro anni e mezzo di contratto, dunque, che spalmeranno il peso effettivo di Vlahovic sui conti bianconeri in circa 18,5 milioni annui (9,3 nei sei mesi di esercizio attualmente in corso), tenendo conto solo di costo del cartellino e stipendio. Con gli oneri da riconoscere ai club che hanno formato il calciatore e agli agenti, il carico annuo salirebbe a circa 31 milioni (15,5 per il semestre conclusivo dell'esercizio 2021/22). Il valore più elevato, all'interno della rosa juventina. Superato De Ligt, che al 30 giugno 2021 aveva un valore residuo di quasi 52 milioni, ha un peso annuo pari a circa 17 milioni solo per il cartellino, a cui aggiungere gli oneri accessori da riconoscere a Raiola (10,5 milioni complessivi, dei quali 2,5 milioni già capitalizzati prima del 2021).

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Senza Champions, la Juventus cederà un big?

Proprio De Ligt, sulla carta sarebbe l'elemento di maggior valore in vetrina, qualora dovesse rendersi necessaria una cessione. Ma non è detto che sia così. Anzi, il bisogno di un sacrificio sul mercato per poter sostenere i costi dell'operazione Vlahovic, ad oggi, non è affatto scontato. È una strada, senza dubbio, perché i circa 80 milioni prevedibili con la partecipazione alla massima competizione continentale servirebbero per non aggravare ulteriormente le perdite – già preventivate – in questo esercizio. Qui, però, entra in gioco l'aumento di capitale da 400 milioni. Nella nota informativa, viene specificato come «i proventi netti dell’Aumento di Capitale saranno destinati […] per Euro 175 milioni, a contribuire al finanziamento delle azioni previste dal Piano di sviluppo Aggiornato e confermato». Nello specifico, «una quota leggermente superiore al 50%» di questi 175 milioni servirà a ridurre gli oneri finanziari. Il resto, «al finanziamento delle azioni previste per il mantenimento della competitività sportiva».

In parole povere, la Juventus ha previsto nell'aumento di capitale che meno di metà della quota di 175 milioni (dunque poco meno di 87 milioni) vada destinata alle operazioni di calciomercato. Una cifra in linea con l'operazione Vlahovic, Champions o non Champions. Chiaramente, però, l'accesso alla competizione andrebbe a garantire un'ulteriore copertura, senza dimenticare lo spazio che verrà liberato a livello salariale dalle prossime scadenze. Quella garanzia, più che per sostenere l'acquisto del centravanti serbo, servirà più per altri movimenti obbligati o meno: il riscatto di Chiesa (40 milioni con la qualificazione in Champions) e quello di Locatelli (25 milioni più eventuali bonus da 12,5 milioni, da riconoscere dopo il 2023) in primis, seguiti dai rinnovi dei pezzi pregiati in scadenza come Dybala e Cuadrado, per quanto si possa cercare di ridurre il monte ingaggi. Intanto, la Juventus, cerca di tenersi stretto un posto tra le big d'Europa con Vlahovic. Non il contrario.

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