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Cosa sta succedendo a Pogba, l’ex juventino nel mirino per la brutta gara con la Finlandia

La sconfitta in casa contro la Finlandia ha acceso i riflettori sulla prestazione negativa di Paul Pogba. Il centrocampista del Manchester United è ancora nel mirino della critica: cammina, non contrasta, evita di farsi passare la palla sono alcune delle obiezioni. Deschamps lo protegge ma dietro il momento negativo dell’ex juventino c’è una spiegazione.
A cura di Maurizio De Santis
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Più che un polpo, per la sua capacità tentacolare di strappare palloni agli avversari, Paul Pogba sembra un cavallo bolso. Cosa gli sta succedendo? Al Manchester United è sotto i riflettori da tempo (e questa volta non c'entra il rapporto controverso con José Mourinho) e la prestazione di mercoledì sera con la Francia (battuta 2-0 in casa) ha solo alimentato forti perplessità sulla condizione del centrocampista. Ai media transalpini non sono sfuggiti la difficoltà palese dell'ex juventino nel giocare con intensità, ritmo né la straordinaria facilità con la quale gli avversari lo hanno saltato. Dinanzi a sé aveva la Finlandia ed è bastata la buona volontà e la voglia di fare bella figura al cospetto di una nazionale più blasonata da parte di calciatori di calibro modesto per mettere in risalto tutte le pecche dell'ex bianconero.

Sotto la lente d'ingrandimento c'è finito anzitutto lui, Pogba. Mister cento milioni che finora, in Premier, ha reso al di sotto delle aspettative. Cammina (non ce la fa. Non difende (clamoroso il mancato contrasto in occasione del raddoppio finlandese). Non rientra e non aiuta i compagni. In campo si è limitato a dare indicazioni su come, quando e a chi passare la palla… di passarla a lui tranne che a lui. Sono alcune delle critiche, alcune ingenerose, mosse nei suoi confronti con maggiore intransigenza.

A intervenire in suo favore è il commissario tecnico della nazionale, Deschamps, che conferma il momento difficile del calciatore e al tempo stesso gli tende una mano. Un infortunio alla caviglia, lo stop per la pandemia, il Covid-19 contratto a fine agosto poco prima dell'inizio del campionato e i postumi del contagio hanno fatto da zavorra al centrocampista.

Questa partita doveva servirgli per ritrovare un po' il ritmo – ha ammesso Deschamps -. I calciatori non sono robot. Né psicologicamente né fisicamente. Hanno bisogno di tempo anche perché viviamo una situazione particolare e molto delicata. E non è certamente con uno schiocco di dita che la possiamo superare.

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