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Conte sorpreso da Moratti dopo l’addio all’Inter: “Amareggiato per le sue parole. Ho dato l’anima”

Antonio Conte risponde all’ex presidente dell’Inter che lo ha accusato di poco attaccamento alla squadra dopo il suo addio alla panchina nerazzurra: “Si è scusato, ma non nego di esser rimasto sorpreso e amareggiato nel leggere quelle parole. Chiunque mi conosca sa quale attaccamento ho sempre avuto per i colori che ho rappresentato, a cui dò la mia totale dedizione, anima e corpo.”
A cura di Michele Mazzeo
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L'addio all'Inter di Antonio Conte pochi giorni dopo aver conquistato lo scudetto fa ancora discutere. Come spesso accaduto nella carriera dell'allenatore leccese, quando lascia una panchina si porta dietro diverse polemiche e l'amarezza di molti tifosi che si sentono sedotti e abbandonati dal tecnico. Non fanno eccezione i supporter illustri come nel caso di Massimo Moratti, ex presidente nerazzurro che si è detto convinto del fatto che dietro la decisione di Conte di lasciare la formazione meneghina vi sia una "mancanza di attaccamento alla società".

Parole che hanno stupito l'ex allenatore dell'Inter (che al momento è senza panchina essendosi complicato il suo approdo al Real Madrid) rimasto amareggiato dall'esternazione dell'ex numero uno del club. In un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Antonio Conte, pur rivelando che Moratti si è già scusato per quelle dichiarazioni, non ha nascosto di esserci rimasto molto male:

"Non nego di essere rimasto sorpreso e amareggiato nel leggere quelle parole di Moratti, un uomo elegante, intelligente e appassionato, che con la sua famiglia rappresenta la storia dell’Inter e ne conosce ancora oggi tutte le dinamiche e i risvolti – ha detto infatti l'ex tecnico nerazzurro alla Rosea –. Ma ci siamo sentiti al telefono e il presidente si è scusato per quelle frasi che non rappresentavano il suo reale pensiero – ha poi rivelato il 51enne leccese –. Chiunque mi conosca, non solo lui, sa quale attaccamento ho sempre avuto per i colori che ho rappresentato, a cui dò la mia totale dedizione, anima e corpo.

Ovunque sia stato ho costruito gruppi che hanno vinto, gettando un solco importante per il futuro – ha quindi aggiunto –. C’è chi lascia squadre spremute, con campioni che hanno dato tutto e non ne hanno più. Io ho sempre lasciato nella mia carriera squadre con giocatori giovani migliorati e valorizzati. Gruppi unitissimi con la mentalità vincente. Che non si acquista al mercato, ma è figlia di un lavoro certosino, quotidiano, con la cura dei minimi particolari, senza mollare mai, ognuno nel suo ruolo ma per il bene comune, perché è la somma dei particolari che alla fine farà la differenza. Io scherzando, ma non troppo – ha infine concluso Conte –, dico che le vittorie stanno anche nei prati tagliati bene dei campi di allenamento".

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