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Come gioca la Spagna e cosa aspettarsi dalla partita contro l’Italia agli Europei 2024

Avere un centrocampo con Rodri, Ruiz e Pedri ti permette anche di non dominare il possesso palla. Sapranno sempre trovare lo spazio giusto per farti male.
A cura di Jvan Sica
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Ora viene il bello per l’Italia, squadra media, che ha vinto con una squadra più debole (e non era una cosa scontata), ma adesso deve affrontare una squadra più forte, per cui dovrà superarsi per ottenere un buon risultato contro la Spagna questa sera. E se si vuole parlare di Spagna, bisognerebbe prima di tutto guardare al curriculum del suo allenatore, Luis de la Fuente, per capire da dove vengono le sue idee. De la Fuente è un classico tecnico federale, anche se sbocciato all’Athletic Bilbao. Dal 2013 è con le giovanili spagnole ed è una creatura di un altro Luis, Rubiales, l’uomo nero spagnolo che ha estorto un bacio alla campionessa Hermoso dopo la vittoria dei Mondiali e per quel motivo è stato allontanato dalla carica.

La Spagna di de la Fuente parte da lontano

Nonostante il “padrino” sia saltato, Luis de la Fuente non si è mosso dal suo incarico e, come ha detto lui stesso in questi giorni, tutto il lavoro fatto con le selezioni giovanili nel corso degli anni adesso se lo gode lui stesso con la Nazionale maggiore.

Per capire nello specifico come gioca la Spagna bisogna guardare a un calcio visto con la coda dell’occhio, ovvero quello olimpico. A Tokyo 2020 l’allenatore della Spagna era proprio De la Fuente e giocavano tanti calciatori che oggi sono presenti in Germania.

L’asse della squadra era costituito prima di tutto dal portiere, Unai Simon, molto abile, al netto dell’errore che ha portato al rigore poi parato contro la Croazia, ad alternare corto e lungo nella costruzione dal basso. Mentre altre squadre usano dogmaticamente la ripartenza da dietro muovendo il pallone spesso nella propria area di rigore (combinando guai), Unai Simon ha la tecnica e l’intelligenza nel variare le uscite, così da mandare ulteriormente in confusione gli avversari.

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Il centrocampo della Spagna è regale

In secondo luogo grande spazio ebbe Pedri, l’uomo che riesce a fare tante cose tutte in maniera perfetta. Sa associarsi con i compagni, ma anche puntare la porta, sa muovere il pressing basico sulle uscite palle altrui così come la riaggressione, dimostrando una stamina incredibile per un corpo non esagerato come tanti altri centrocampisti che ci sono in giro.

Accanto a loro due almeno un altro fedelissimo di De la Fuente, Fabian Ruiz, che l’allenatore ha fatto diventare il miglior giocatore dell’Europeo under 21 nel 2019 giocato e vinto in Italia. Fabian Ruiz è l’uomo che interconnette l’intero gioco non con la costruzione ragionata e sapiente di Rodri e nemmeno con le sgasate o le giocate fantasiose delle ali, ma attraverso un movimento incessante da un lato all’altro del campo per dare sempre un appoggio utile e una via d’uscita al pallone.

In questa versione della Spagna ci sono davvero pochi punti deboli. Carvajal ha vissuto una delle migliori stagioni della sua carriera e stiamo parlando di un calciatore che ha vinto sei Champions League. Poi come non considerare Rodri uno dei migliori calciatori al mondo. Esserlo da centrocampista difensivo vuol dire che la sua capacità di incidere sulle squadre in cui gioca è enorme.  Rodri fa evolvere il gioco spagnolo, lo muove e gli da ritmo. Insieme a questo copre i buchi difensivi. Insieme a questo spesso è presente per segnare gol (quest’anno 9 gol con il Manchester City). La “pesantezza” di Rodri nella Spagna è senza eguali.

Il tridente ben assortito della Spagna

Tirando una linea da Rodri in poi si arriva a Morata, il centravanti che alcuni criticano. Avere Morata in squadra vuol dire sia avere un centravanti che sa parlare la lingua degli altri, sia uno che sa segnare i gol. Una ricchezza inestimabile. Infatti gli altri criticano ma gli allenatori lo schierano quasi sempre titolare.

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Al fianco delle colonne della squadra, una pletora quasi infinita di giocatori ipertecnici che possono dare cose diverse. Di sicuro contro di noi rivedremo all’opera Lamine Yamal, un sedicenne che deve ancora diventare quello che tanti aspettano. In questo momento ha un gioco a tratti monocorde ma lo mette in pratica ad una velocità e una destrezza tecnica che può creare grandi problemi.

A sinistra contro la Croazia ha giocato Nico Williams, ala molto più elettrica e dal dribbling facile. Contro l’Italia però ci potrebbe essere una novità, un elemento che ci ha sempre dato fastidio, Dani Olmo. La sua capacità di galleggiare fra le linee e i mezzi spazi per noi è molto dannosa e non sappiamo bene come affrontarlo soprattutto quando porta palla (magari con Spalletti risolviamo il problema, chi lo sa).

La difesa della Spagna

Se proprio dobbiamo trovare dei punti deboli, in questo momento è difficile andarli a scovare fra i centrali perché Nacho e Le Normand sono una buona coppia ben assortita, mentre Cucurella a sinistra è veramente l’unico che potrebbe avere dei problemi a contenere Chiesa, anche se con un eventuale uso di Dani Olmo a sinistra potrebbe giocare uno dei giocatori migliori della stagione, Grimaldo.

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Insomma la Spagna è una grande squadra che si è emancipata anche dal suo ossessivo bisogno di possesso palla. Quella contro la Croazia è la prima partita ufficiale dal 2008 in cui ha perso la sfida del possesso, vincendo però nettamente per 3-0. La squadra ha assunto una nuova caratteristica tipica di Klopp, ovvero quella di essere velocissima nell’offendere quando trova lo spazio vuoto. Il primo gol contro i croati è un esempio molto semplice della nuova Spagna. Nel caso di riconquista, non si ricostruisce e si riporta la squadra in avanti se c’è subito un buco dove infilare il pallone e mandare in porta l’attaccante.

Le mosse di Spalletti: come può fermare la Spagna

Cosa possiamo fare per affrontare una squadra migliore di noi? Di sicuro dovremo correre tanto, perché contro la Spagna devi raddoppiare la presenza negli spazi per poterli ingolfare il più possibile. In secondo luogo potremmo cambiare atteggiamento. Contro l’Albania sapevamo che avremmo gestito l’intero match e così è stato, per questo è stato scelto Calafiori. Un centrocampista in più sarebbe servito nella costruzione della manovra. Contro la Spagna dobbiamo invece essere più attenti in difesa e allora si immagina un Mancini molto vicino a Morata, il vero finalizzatore della squadra.

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Serve poi, come detto, ingolfare il centrocampo e interrompere le linee di passaggio, allora perché non provare un centrocampista più tattico e bravo nel leggere il gioco altrui come Cristante rispetto a un incursore puro come Frattesi.
Sarà molto difficile perché con la Spagna sai già che dovrai soffrire per buona parte del match, ma avremo anche degli spazi e (poche) occasioni da convertire in gol. Una cosa che ci servirà è sbagliare il meno possibile sotto porta. Quelle poche volte che avremo la possibilità dobbiamo cercare di essere i più cinici in circolazione.

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