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Cosa faceva Cristiano Ronaldo da ragazzino, i vicini a bocca aperta: “Chi è questo mostro?”

L’autore del libro ‘101 volte Ronaldo’ ha raccontato un aneddoto contenuto nella biografia del campione portoghese della Juventus. Nello stupore di chi assistette alla scena c’è tutta la voglia matta di primeggiare, la determinazione feroce di un bambino che sapeva bene dove voleva arrivare ed era disposto a tutto per arrivarci.
A cura di Paolo Fiorenza
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Non si diventa Cristiano Ronaldo per caso: mai come nel caso del portoghese il campione è il prodotto dell'uomo. Della voglia, dell'ambizione, della ferocia. Della determinazione di un bambino che sognava di diventare l'idolo planetario che è oggi e ha fatto di tutto per realizzare quel sogno.

Per trovare le radici dei Palloni d'Oro e delle Champions League vinte da Ronaldo bisogna andare indietro di decenni, affacciarsi ad un balcone e vedere un bimbo gracile correre con tutte le forze e il cuore che ha. Ma non correre come farebbero tutti…

Il racconto è di Regis Dupont, autore del libro ‘101 volte Ronaldo', che è tornato su alcuni aneddoti contenuti nella biografia del campione portoghese. "Molto giovane nella sua adolescenza, le persone del vicinato lo vedono correre con delle cose intorno alle caviglie e si dicono: ‘Chi è questo mostro?' Aveva dei pesi ai piedi per correre", ha spiegato Dupont a ‘RMC'.

Cristiano Ronaldo con la maglia della Juventus: in bianconero ha messo a segno 101 gol in 134 partite
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L'autore del libro spiega come il portoghese avesse capito che se voleva trasformare i suoi sogni in realtà occorreva lavorare follemente sul suo fisico: "A quell'epoca doveva avere dodici o tredici anni. Ha sempre voluto essere più forte. Sicuramente all'inizio perché era un ragazzo magro e gracile, quindi voleva costruire muscoli. Ma ha sempre voluto essere il migliore".

I vicini di quel ragazzino esile di Funchal non potevano saperlo, ma in quel preciso momento stavano assistendo alla nascita di una leggenda. Da lì Ronaldo avrebbe preso la strada per Lisbona, prima di approdare a Manchester e Madrid per diventare il cannibale ossessionato dal successo che poi ha continuato a segnare caterve di gol con le maglie della Juventus e dell'Al Nassr.

Forse sono proprio gli sforzi di quel bambino a spiegare la rabbia che Ronaldo manifesta in campo, spesso anche nei confronti dei compagni: solo lui sa cosa gli è costato arrivare a quel livello, gli altri devono accettare la sua fame insaziabile.

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