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Cassano: “Ci sono stati 20 mila morti, perché tornare in campo a giocare?”

Antonio Cassano ha espresso la propria opinione sul ritorno al calcio giocato, bocciando la volontà della Figc e delle società di riprendere il campionato: “Impensabile, dopo ciò che è accaduto. L’emergenza è altissima, molti sono ancora positivi senza saperlo e meno si esce meglio è. Se fossi stato in attività mi sarei battuto in prima linea per fare chiudere tutto”
A cura di Alessio Pediglieri
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Antonio Cassano è tra i protagonisti di queste settimane di chiacchiere via social. Ospitato da amici, ex compagni, conduttori televisivi, Fantanonio non si tira mai indietro quando si deve raccontare un aneddoto o dare il proprio pensiero sui temi caldi del momento. E così, anche davanti a una webcam l'ex fantasista ha parlato anche del ritorno al calcio giocato, per cui la Figc e le istituzioni si stanno dando tanto da fare in vista della chiusura della stagione.

In un modo o nell'altro, si tornerà a giocare, oramai è certo perché così ha sentenziato la Federcalcio, spalleggiata dalla maggioranza delle società. Si è intavolato un protocollo già consegnato ai club, si sta parlando di date e di calendari, si studiano i metodi migliori per evitare contagi o ricadute. Tutto predisposto per riaprire il mondo del calcio, il prima possibile. Ma per Cassano la scelta è di quelle sbagliate.

Se fossi stato ancora in attività mi sarei battuto per fermare tutto

L'ex giocatore di Roma, Real e Inter non tergiversa sull'argomento: davanti all'emergenza sanitaria e alla pandemia che ha coinvolto tutto il mondo, pensare a tornare a giocare è un controsenso: "Ci sono stati 20 mila morti in Italia, se fossi stato ancora in attività mi sarei schierato in prima fila per dire di fermare tutto e non tornare più in campo. Non ci sono i presupposti, mancano le garanzie".

Impossibile pensare di tornare a giocare dopo quanto è accaduto

Molti sono ancora positivi e non lo sanno, meno si esce e meglio è anche dopo il 4 maggio. Non ha senso tornare a giocare dopo tanti morti e lo dico io che sono disperato senza vedere o fare sport

Nella diretta Instagram con il giornalista Mediaset Pardo, Antonio Cassano rincara anche la dose, spiegando le ragioni del suo ‘no' al ritorno in campo: "Ci vuole almeno un mese e mezzo per riprendere a giocare ad un certo livello dopo due mesi di stop e con il caldo e i ritmi serrati è impossibile anche pensando a 8-10 cambi a partita. Molti altri sport si fermano o si sono già fermati, giusto così. Forse si può ripartire in Inghilterra, ma in Spagna o in Italia direi proprio di no".

Il ritorno sull'elogio a Ronaldo, il Fenomeno

L'ultimo pensiero torna ad un aneddoto già alimentato da una precedente chiacchierata social con l'amico Vieri, ricordando il Fenomeno, Ronaldo, il brasiliano che Cassano ha definito senza mezzi termini quello ‘vero' al contrario di Cr7: "Era fuori dal mondo, è stato 5 anni fermo per i problemi alle ginocchia ma quando voleva era straordinario. Se chiedi a Chiellini o a Buffon sono convinto che indicherebbero lui non il portoghese. E poi ha sfiorato uno scudetto con un'Inter i cui compagni erano tutti dei brocchi".

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