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Caressa è stanco degli attacchi di Adani: è successa “una cosa gravissima che non ha precedenti”

Le continue accuse da parte dell’ex difensore, oggi opinionista Rai, spingono il conduttore del Club di Sky a paventare la dittatura del pensiero unico. “Io ho la verità e tu no, così si attaccano le basi della democrazia”, dice Caressa. Adani replica con una storia su Instagram leggendo la definizione di servilismo.
A cura di Maurizio De Santis
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Daniele Adani, Fabio Caressa e la polemica sul "servilismo" nei confronti Allegri e la Juve.
Daniele Adani, Fabio Caressa e la polemica sul "servilismo" nei confronti Allegri e la Juve.

Il servilismo nei confronti di Massimiliano Allegri e della Juventus. L'approccio al racconto sportivo sulla conduzione tecnica, sui risultati e sul contesto in cui – con una particolare attenzione a quest'anno – è maturata la stagione dei bianconeri è ancora una volta terreno di scontro.

La dialettica a distanza tra Daniele Adani, Fabio Caressa e il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, s'è avvitata intorno a un ragionamento, a un vecchio tormentone: ovvero la capacità e la professionalità di un operatore dell'informazione di inchiodare alla sue responsabilità l'attuale allenatore della Juve, replicando coi fatti alla sua interpretazione del calcio e senza temere dibattito, e quanti verso di lui hanno un atteggiamento troppo indulgente, al limite della compiacenza e del servilismo.

La maglietta indossata da Adani durante un collegamento con la BoboTv su Twitch.
La maglietta indossata da Adani durante un collegamento con la BoboTv su Twitch.

Attraverso la BoboTv, ma anche in altre occasioni, Adani è sempre stato coerente nell'obiettare ad alcuni protagonisti delle trasmissioni sportive la posizione molto morbida, l'agio di cui gode l'allenatore quando va in tv a commentare il rendimento della sua squadra. In buona sostanza, il sentimento comune a molti sarebbe la "paura" di contraddire Allegri (tacendo anche dinanzi a levate di scudi clamorose, turbolente come in occasione dello sfogo con De Grandis a Sky) e, di riflesso, non mettersi contro un club potente.

"Quindi, quando uno vi diceva, ma a livello di servilismo come siamo messi? Questa volta senza tirar su gli occhiali ma guardandovi negli occhi, lo capite adesso? Padre tempo opera in silenzio, buonanotte". La summa del pensiero dell'ex difensore, oggi opinionista Rai dopo l'esperienza a Sky chiusa in seguito alla lite in diretta con Allegri (dopo Inter-Juve del 2019), è tutta in quelle parole che ribadiscono qual è l'identità del suo canto libero ("se stai zitto e hai paura per cosa vieni pagato?") e del suo metodo.

La polemica si è riaccesa nelle ultime ore con l'ennesimo botta e risposta a distanza tra Caressa e Adani. Il giornalista e conduttore del Club in diretta radiofonica (nell'ultima puntata andata in onda su Radio Deejay) ha risposto sollevando una questione molto grave e portando il livello della contrapposizione su un altro piano, che lo stesso Caressa sottolinea come pericoloso per la piega che potrebbe prendere.

"Servi de che… – dice Zazzaroni -. Io sono servo di me stesso e Caressa pure". Caressa prende la parola e precisa. "Uno è servo perché prende informazioni, sa delle notizie, perché non la pensa come te?  Perché questa è una cosa gravissima che non ha precedenti nel pallone. Una volta si discuteva, ci si arrabbiava, si litigava…". E fa un'altra riflessione: "Questo fatto che o la pensi come perché ho questa ideologia, che io ho la verità e tu no… occhio ragazzi che fa riferimento a una cosa che col pallone non c'entra niente. Le basi della della democrazia sono attaccate in questo modo… occhio ragazzi c'è gente nella storia che ha fatto questa cosa".

La replica di Adani è stata immediata. In una storia su Instagram ha letto il significato della parola servilismo ottenuto digitandola su google e leggendone la definizione lessicale che è possibile rintracciare online: "Tendenza ad avvilire la propria personalità in atteggiamenti di umiliante sottomissione o dipendenza più o meno consigliati dal calcolo o dall'interesse". A corredo dello screenshot c'è anche l'incipit della canzone di Caterina Caselli, Nessuno mi può giudicare: "La verità mi fa male, lo so". Se le suonano e se le cantano. E in mezzo a questa guerra di parole agli spettatori non resta che intonare We gotta get out of this place.

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