Byron Moreno arbitra ancora e va malissimo: il giustiziere dell’Italia assaltato da un giocatore
Il nome di Byron Moreno fa ancora venire i brividi ai tifosi di calcio dell'Italia, visti gli scempi (ad essere buoni e non parlare di malafede) compiuti dall'arbitro ecuadoriano ai Mondiali del 2002, quando la sua direzione di gara a senso unico a favore dei padroni di casa della Corea del Sud estromise la Nazionale di Trapattoni negli ottavi di finale. Da allora Moreno ne ha viste di tutti i colori, finendo anche in carcere negli Stati Uniti nel 2010 per traffico di droga (condanna a due anni e sei mesi, parzialmente scontata).
E poi ancora evasione fiscale e carriera politica (fallita) in patria, apparizioni televisive in Italia, dove è ahinoi quasi più famoso che in Sudamerica: Moreno non si è fatto mancare davvero niente. Quello che giocaforza è venuto meno è l'arbitraggio, almeno a livello professionistico. Qualche mese dopo lo scandalo coreano, fu accusato in Ecuador di aver taroccato il risultato di una partita di Serie A, poi l'anno successivo fu espulso dalla locale Federazione, infine sospeso a titolo definitivo dalla FIFA.
Ma la passione per il fischietto è più forte di lui, il buon Byron non può farne a meno e dunque anche oggi che ha 53 anni continua ad arbitrare a livello amatoriale, evidentemente con la stessa mediocrità (sempre ad essere buoni e non pensare ad altro). Può allora accadere che qualcuno dei giocatori eccepisca sulla sua direzione, se ne freghi altamente della sua fama e passi alle vie di fatto – cosa ovviamente sempre da condannare – per fare giustizia delle decisioni farlocche prese durante la partita.
È accaduto esattamente questo nell'ultimo fine settimana, quando Byron Moreno stava arbitrando un torneo a Guayaquil, la città dove vive oggi: dopo il fischio finale è stato aggredito alle spalle da un calciatore della squadra sconfitta. Il direttore di gara è stato scaraventato a terra con uno spintone, poi l'accorrere di altri giocatori ha evitato il peggio e Moreno si è potuto rialzare senza ulteriori conseguenze.
Niente che gli impedirà di arbitrare ancora, è la missione della sua vita. Del resto adesso insegna a farlo a giovani che hanno il fuoco dentro come lui: sui social condivide i seminari che tiene in patria. Se le nuove leve cresceranno come lui siamo messi bene…