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‘Amami e basta’, Elisa Bartoli: “Da Roma uniti contro la violenza sulle donne”

Un calendario realizzato dalle mogli e dalle compagne dei calciatori. È l’iniziativa della Fondazione Roma Cares e di Roma Capitale in vista del 25 novembre: “Amami e basta” è la campagna di sensibilizzazione in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il messaggio di Elisa Bartoli, calciatrice della Roma e della Nazionale.
A cura di Redazione Sport
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"Amami e basta" è la campagna di sensibilizzazione che Roma Cares e Roma Capitale hanno lanciato in vista del 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Perché non siano lasciate e soprattutto siano sostenute, incoraggiate nel denunciare gli abusi subiti. La realizzazione di un calendario – che vedrà come protagoniste le moglie e le compagne dei calciatori giallorossi – è il cuore pulsante dell'iniziativa portata avanti dalla Fondazione del club e dall'Amministrazione capitolina. Solo un punto di partenza, un incentivo per alimentare l'attivazione di "percorsi di formazione finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro – si legge nel comunicato della Roma – delle donne attualmente accolte presso diverse strutture della Città o in carico ai centri antiviolenza e ai servizi sociali di Roma Capitale".

Elisa Bartoli, difensore della Roma e della Nazionale italiana, ha commentato ai microfoni di Fanpage.it l'importanza della campagna prendendo spunto da un dato preoccupante: dagli studi è emerso che il 93,4% dei casi si consuma tra le mura domestiche e durante il lockdown di aprile il numero di violenze domestiche è triplicato: a fronte di questi numeri allarmanti, il 72,8% delle vittime non denuncia il reato subito. "Sono cifre che mettono i brividi e fanno riflettere – ha ammesso Elisa Bartoli -. È inconcepibile, tutto sbagliato. E il calendario al quale partecipano le mogli e le compagni dei calciatori della Roma intende dare un segnale importante e un contributo in termini d'immagine alla campagna di Roma Cares e Roma Capitale".

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Pregiudizio. È la parola ricorrente per raccontare il tabù del calcio femminile, l'ostracismo nei confronti dell'intero movimento che – grazie alle ottime prestazioni dell'Italia nell'ultimo Mondiale – ha subito nuovo impulso. "È stata un'occasione importante – ha aggiunto Bartoli – che ha determinato un cambiamento verso questo mondo finora marginalizzato. Adesso le società hanno iniziato a investire su di noi ma prima capitava che giocavi e nemmeno venivano riconosciuti i tuoi sforzi. Lo facevi per passione e basta".

Elisa Bartoli ha iniziato a giocare al calcio nel cortile dei nonni, assieme ai cugini. Ha coltivato la sua passione con tenacia. "Mi sono fatta da sola", dice sorridendo e parlando di quanto sia difficile per una donna affermarsi in una disciplina del genere. "Quando andavo in campo i maschietti si mettevano a ridere. Io, però, ho imparato a zittirli giocando… sul campo. Il calcio e lo sport mi hanno aiutato tantissimo a crescere a livello emotivo. Ero molto chiusa, ho imparato a smussare alcuni lati del mio carattere un po' chiuso e ad aprirmi di più verso l'esterno".

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Durante il periodo del lockdown le è capitato di palleggiare con le arance e arrangiarsi nel migliore dei modi possibili per restare in forma. Il periodo peggiore è alle spalle, perché l'inattività per chi pratica sport agonistico soprattutto, è durissima da sopportare. Elisa Bartoli vuol riprendersi tutto ciò che lo stop per la pandemia le ha sottratto. Ambizioni per il futuro? "Alzare un trofeo a Roma è il sogno della mia carriera. Cosa farò quando smetterò? È presto per pensarci… mi auguro di restare in questo ambito. Il calcio e lo sport sono tutto il mio mondo".

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