Aldo Serena dice la cruda verità su Gattuso: “È ct della Nazionale perché non c’erano alternative”

Gennaro Gattuso s'è preso una brutta gatta da pelare: riuscire (finalmente) a qualificare la Nazionale per i Mondiali 2026, dopo averli mancati per ben tre edizioni consecutive e, per giunta, aver vinto gli Europei nel 2021. L'ex "ringhio" del Milan, che da allenatore s'è disimpegnato con alterne fortune, è il commissario tecnico per compiere la missione impossibile? Secondo Aldo Serena, ex calciatore e oggi opinionista tv, no perché "non ha un curriculum di alto profilo". Usa accenti delicati ma l'effetto è ugualmente dirompente. E nemmeno è stato l'unico a mostrarsi perplesso, anche un altro ex milanista ha espresso dubbi. Chi? Montolivo, che addirittura si lasciò scappare una valutazione anche più severa: "Non gode della mia stima".
Le perplessità di Serena su Gattuso: "Scelta del momento"
Il concetto è molto semplice: non c'era di meglio in giro o, almeno, nessuno che fosse realmente disposto a prendersi un incarico del genere a un determinato tipo di condizioni. Quali? Basta guardare l'aspetto economico e altri dettagli dell'accordo: contratto annuale, stipendio da 800 mila euro, bonus soddisfacente in caso di accesso alla Coppa del Mondo ed eventuale prolungamento quale premio sulla fiducia. Ecco perché quel che dice Serena sull'ex centrocampista (e campione del mondo a Berlino 2006) non stupisce né è riflessione severa o da interpretare con sospetto: è quanto hanno pensato tutti quando s'è diffusa la notizia che sarebbe stato proprio lui il successore di Luciano Spalletti, esonerato, spedito in conferenza stampa ad annunciare il suo licenziamento e poi in campo con la Moldavia nonostante fosse ormai un ex, lasciato solo nel momento più difficile sotto il profilo professionale e umano. Mai era accaduta una cosa del genere. In azzurro, invece, Gattuso avrà Buffon (che ne ha caldeggiato la scelta come "la migliore possibile") a guardargli le spalle e una regola ferrea che vale per tutti (mai più furbetti degli infortuni, rispetto per la maglia e per il gruppo).
"Credo che quella di Gattuso sia stata una scelta del momento – ha ammesso nell'intervista a Il Giornale -. E, molto probabilmente, dettata dal fatto che non ci fossero alternative".

La carriera da allenatore di "ringhio" tra alti e bassi
Non c'è da averne a male, né è questione di pregiudizio perché sì, nel calcio come in altri aspetti della vita (non solo sportiva), i numeri non dicono tutto ma tracciano un solco. E quella in cui alligna l'esperienza di tecnico di Gattuso non è certo esaltante. Eccezion fatta la Coppa Italia vinta con il Napoli in piena epoca Covid, il resto è storia scandita da vette di entusiasmo dettate inizi incoraggianti per applicazione (tanta), buona volontà (è un faticatore vero) e passione (la stessa di sempre) ma controbilanciata da amarezze ed esoneri. A Spalato non hanno digerito l'aver perso il titolo per i punti lasciati per strada dall'Hajduk nel mese decisivo ed è arrivata la rescissione consensuale. A Marsiglia ha lavorato per 5 mesi poi è stato mandato via per i risultati al di sotto delle attese. Stessa sorte a Valencia, dove ha avuto più tempo a disposizione (da luglio a gennaio) ma con esito identico per non essere riuscito a dare una svolta.
"Gattuso non ha un curriculum di alto profilo da allenatore, è la realtà – le parole di Serena, che per amor del vero ha spezzato una lancia nei confronti del ct toccando anche un altro aspetto -. Però è un campione del mondo, ha volontà e so che si dedica anima e corpo". Basteranno?
Nazionale in campo a settembre per le qualificazioni ai Mondiali 2026
Dal prossimo 5 settembre se ne saprà di più, quello del campo è l'unico giudizio inappellabile: tra meno di un mese l'Italia tornerà in campo contro l’Estonia dopo il 2-0 inflitto alla Moldavia e, più ancora, soprattutto il pesante 3-0 incassato con la Norvegia, che ha fatto saltare la panchina di Spalletti e ristretto le speranze di qualificazione ai Mondiali a un percorso accidentato.