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A 44 anni Gigi Buffon è una storia che pulsa ancora: “Il numero uno di ogni bambino”

Gianluigi Buffon oggi compie 44 anni e noi non possiamo che darlo per eterno, con quel mix di energia, tecnica, intuizione e classe che lo ha sempre contraddistinto. Ha accompagnato tante generazioni di amanti del calcio ed è ancora una storia che pulsa con la maglia del Parma.
A cura di Jvan Sica
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Gianluigi Buffon oggi compie 44 anni e ormai lo diamo per eterno, lo cerchiamo ogni giornata di campionato, lo ammiriamo ancora, per vedere i suoi movimenti unici, suoi e soltanto suoi. Come pochi altri portieri Buffon è riuscito a definire uno stile fatto di energia, coraggio, tecnica e intuizione, un mix di parole astratte che però prendono corpo quando vediamo scendere in campo Gigi Buffon. E succede ancora oggi, a 44 anni con la maglia del Parma.

Nel 2013 di lui un collega, Emiliano Viviano, diceva: "Buffon pareva vecchio, da buttare: così dicevano. Oggi è di nuovo santo. Io dico che Buffon è su un altro pianeta, uno così nasce ogni quarant'anni. Conta la forza, la continuità. E lui regge da più di 15 stagioni". Ha giocato per altre nove stagioni e quell’odore di santità calcistica, quella intoccabilità, quell’aurea di perfezione cercata la si vede ancora, nonostante la sconvolgente energia con cui ha giocato i primi quindici anni della sua carriera non ci possa più essere.

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Gianluigi Donnarumma, il portiere che ha preso il suo posto in Nazionale, ha spiegato con tre atteggiamenti la sua unicità. Buffon è unico: "Per la sua tranquillità in partita". Perché avere la sensazione che alle tue spalle ci sia una specie di muro di gomma fa bene a tutti i tuoi 10 e male agli altri 11: "Per la voglia di esserci sempre, in tutte le gare".

E questo non è un fatto scontato. Buffon non ha mai lottato per la vittoria del campionato, per il record, per il grande appuntamento. Lui ha sempre giocato per fare bene le piccole cose, i dettagli minimi. Solo la ricomposizione della perfezione dei singoli dettagli dava la parata, la vittoria, il campionato, la coppa. Il suo lavoro era sezionato attimo per attimo. Per reggere un processo del genere serve una capacità di concentrazione che forse spiega la sua longevità ma che la rende davvero incredibile, perché capace di spossare qualsiasi uomo che non abbia una forza mentale stratosferica: "Per la sua serietà in allenamento".

Si lega a quello che Donnarumma voleva intendere prima. È negli allenamenti che Buffon definisce la sua tensione alla perfezione e, come ha detto lui stesso molto spesso, è negli allenamenti che inizia il suo divertimento, l’altra molla che lo tiene in campo.

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Un fenomeno, ecco la parola giusta, che è talmente palese da far innamorare tutti. Le parole di Ivan Rakitic dopo i playoff persi contro la Svezia che ci hanno negato Russia 2018 fanno ancora riflettere sulla sensibilità del croato e sull’impatto di Buffon sull’immaginario collettivo degli amanti di calcio di più generazioni: "Vedere Buffon piangere dopo i playoff persi mi ha commosso. Non è giusto che un portiere che ha fatto la storia chiuda la carriera in nazionale così, potessi gli darei il mio Mondiale. Dovrebbe andarci al mio posto. Se chiedi a un bambino di disegnare la formazione ideale, il numero uno è lui". 

Infine la considerazione dolce-amara finale è di Antonio Mirante: "Gigi è un Maradona. Uno come lui nasce ogni cento anni. Però ha rovinato una generazione di portieri, perché di Maradona ce n'è uno e gli altri al suo confronto sembrano tutti normali. Gigi ha schiacciato con la sua classe e la sua bravura tanti portieri di talento". Buffon è stato capace di fare un’ombra enorme. Troppi portieri sono rimasti al buio. Ma questo capita quando arriva l’uomo-sensazione, te la puoi prendere con la genetica o con il destino, ma la storia non puoi cambiarla. E Buffon è storia che ancora pulsa.

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