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La vita da serie TV di Dennis Rodman tra NBA, talento ed eccessi

La carriera e la vita di Dennis Rodman sono così piene di eventi e follie da poterci fare una serie tv. Sul parquet ha vinto cinque titoli, 2 con i Detroit Pistons e 3 con i Chicago Bulls, per sette volte la classifica dei rimbalzisti e per due è stato votato Miglior difensore dell’anno. Poi c’è la vita, con tutte le sua incredibili avventure, di cui l’ultima è l’amicizia con il leader nordcoreano Kim Jong-un.
A cura di Jvan Sica
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Se nasci a Trenton (New Jersey) c’è poco da capire o approfondire. O cresci coraggioso o rischi di morire presto, le alternative non sono tante più di queste. A Trenton c’è la prigione di Stato del New Jersey, che ha due unità di massima sicurezza e dentro ci sono i criminali più pericolosi dello Stato. Molto spesso da casa propria fanno poca strada per entrare in galera. Al massimo vengono da Camden, città vicina, nel 2005 la più pericolosa al mondo tra le città fra 75.000 e i 100.000 abitanti. Trenton è quarta ma non c’è tutta questa differenza.

A Trenton è nato Dennis Rodman. E questo dovrebbe iniziare a spiegare un po’ di cose. A un certo punto però si trasferisce a Dallas e tutto può fare nella vita tranne quello che vuole davvero, il giocatore di basket. Ha energia e voglia di spaccare tutto, ma senza l’altezza nel basket di quegli anni, ma il discorso in un certo senso vale anche oggi, non vien preso in considerazione. All’inizio di una torrida estate però si addormenta e si risveglia cresciuto di 15 cm. Non è andata così, non ce lo vedo Rodman nei panni della Bella Addormentata nel bosco, però è proprio quello che accade.

Quando in due anni passa da 1,75 a 1,98 può davvero far vedere chi è e lo dimostra ogni maledetto giorno che deve scendere sul parquet della South Oak Cliff High School, del Cookie County Junior College e poi della Southeastern Oklahoma State University dal 1983 al 1986. "Guardo a me stesso come una delle tre massime attrazioni della NBA. Se non c'è Shaquille O'Neal e se non c'è Michael Jordan, c'è Dennis Rodman".

Non è niente di che, intendiamoci, in NBA dominano i centri di più di 2 metri, possenti, poco agili ma impossibili da spostare. Come ala Rodman poi non ha tiro, non ha rapidità nel primo passo, insomma è una cosa mezza e mezza che attrae poco. Ha l’età giusta per il draft e ci entra, in quello del 1986, ma a chiamarlo alto nessuno ci pensa. Al secondo giro i Detroit Pistons decidono di puntarci.

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Ci vedono la “sporcizia” che serve per adeguarsi a una squadra in cui ci sono già Isiah Thomas, Joe Dumars e Bill Laimbeer. Sembra una scelta folle, di regola al draft si sceglie qualcosa che manca o un atleta in controtendenza rispetto a quello che già hai. I Pistons alla loro linea difensiva già terribilmente dura e forte, aggiungono anche questo ragazzo con la faccia strana e le orecchie a parabola che inizia subito a menare già i suoi compagni di squadra in pre-season. Immaginarsi cosa avrebbe fatto in stagione.

Rodman vive quattro anni sensazionali. Nel 1987 si ferma in finale di Conference ma limita Bird dei Celtics, dandogli appuntamento per l’anno successivo. Infatti nel 1988 Detroit vince contro Boston sempre in finale di Conference, ma perde le Finals contro i Los Angeles Lakers di Magic Johnson, Kareem Abdul-Jabbar, James Worthy e tutto il resto. "Il 50% della vita nella NBA è sesso. L'altro 50% è denaro".

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Come Rodman, anche i Pistons imparano dalle sconfitte e fanno sempre un passo più in là. Nel 1989 non ci sono più i Celtics da superare a Est, ma una nuova forza, i Chicago Bulls di Micheal Jordan. Li battono, con le Jordan rules, momenti diciamo tattici in cui Jordan deve essere limitato con le cattive, ma li battono, così come accade anche nel 1990, vincendo poi per due volte consecutive il titolo. Dennis Rodman è votato per due stagioni consecutive come miglior difensore dell’anno. Mai titolo fu più giusto perché riusciva a essere eccezionale sull’uomo, incredibile in aiuto soprattutto contro i lunghi e maestro della difesa di squadra, muovendola con le sue grida.

Una volta che ha avuto tutto quello che poteva e voleva nel basket accade che Rodman diventa qualcun altro, qualcuno di molto pericoloso (ma anche di molto buffo). Inizia a voler vivere tutta la vita che ha in tasca e lo fa senza freni. Detroit se ne libera subito, ai San Antonio Spurs inorridiscono per due anni e chi lo chiama, quando ormai sembra finita? Il suo nemico più caro, quel Micheal Jordan a cui aveva tolto due titoli. I Chicago Bulls, dopo il primo three-peat, l’addio al basket di Jordan dopo la morte del padre e il suo ritorno, ha bisogno di forze fresche e vendicatrici. Chi meglio di Rodman allora?

"Come si concia o cosa dice non mi interessa. Abbiamo imparato a convivere con lui e ad accettarlo perché, anche se ogni tanto la sua mente si perde, non c'è nessuno che si butta come lui nei lavori più duri in campo. Con le sue stranezze, siamo qui a festeggiare il 2° titolo consecutivo". – Michael Jordan

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Quella che tutti pensavano fosse una bomba a orologeria pronta a esplodere permette ai Bulls un rinnovamento in energia e malizia e i risultati sono abbastanza evidenti: tre titoli consecutivi, nel 1995-96 Rodman, Jordan e Scottie Pippen entrano tutti a far parte dell'All-Defensive First Team, mai successo nella storia NBA, il “Verme” vince per la quinta, sesta e settima volta la classifica dei rimbalzisti. Il resto è davvero storia da film e “The Last Dance” ce lo ha raccontato.

Oltre il basket e le vittorie ci sono poi le follie. Le donne, gli eccessi, i fatti estremi, ma la cosa più incredibile, per me, è l’amicizia con Kim Jong-un, leader nordcoreano. Cresciuto in un collegio svizzero, seguiva la NBA negli anni ’90, il che voleva dire seguire i Chicago Bulls. Voleva conoscere il Mito, Jordan e portarlo in Nord Corea. Ma Jordan non ha accettato. Il secondo in lista era Rodman, che invece ha detto un enorme YES (anche ben pagato, immagino). Sarà terribile farsi vedere con un dittatore che affama la gente, pericoloso anche per la tua stessa patria e tante cose giuste, ma vederli insieme in una foto è davvero la cosa più incredibile e fuori dal tempo che si può ammirare.

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