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“Essere mamme non impedisce di essere atlete”: la foto che sta facendo il giro del mondo

Si chiama Antonella Gonzalez, ha 30 anni e gioca da playmaker per il Club Tomas de Rocamora, in Argentina. Il suo scatto mentre allatta la figlia Madeleine, 11 mesi, tra primo e secondo tempo della sfida di domenica 28 febbraio contro il Velez, sta facendo il giro del mondo. E lei ne ha giustamente approfittato per evidenziare il trattamento delle giocatrici di basket nel Paese.
A cura di Luca Mazzella
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Antonella Gonzalez in panchina con Madi (foto Tomas de Rocamora)
Antonella Gonzalez in panchina con Madi (foto Tomas de Rocamora)

"Un'immagine che riassume la passione: per il basket e per essere madre. Un'immagine che riassume il loro sacrificio". Così il profilo Twitter della federazione Argentina ha descritto la foto divulgata il primo marzo e diventata virale nel giro di poche ore, che ritrae Antonella Gonzalez, 30 anni, playmaker del Club Tomás de Rocamora, nell'atto di allattare sua figlia di 11 mesi, "Madi", tra il primo e il secondo tempo della sfida di campionato contro il Velez. Una foto che nella sua straordinaria intimità e spontaneità non può che emozionare. Il bello è che la giocatrice in questione non cercava e di certo non prevedeva che la foto potesse suscitare così tante reazioni, essendo lei stessa stata allattata da piccola, assieme alle sue sorelle, dalla madre allora coach della squadra, e sempre su quella panchina. La stessa sulla quale durante l'intervallo ha semplicemente chiesto alla sorella Laura che oggi allena la squadra, di poter avere qualche minuto per allattare Madeleine. Sia lei che le sorelle, Vale e Laura appunto, sono cresciute praticamente sul parquet del campo di Conception di Uruguay (in provincia di Entre Rios) e oggi, a fare il tifo per lei sugli spalti, è consentito l'ingresso anche al compagno dopo che la società ha deciso di estendere il numero di persone all'interno della "bolla" che possono seguire la squadra. È lui a tenere Madi tra le braccia durante la partita.

"Essere mamme non impedisce di essere atlete"

Ancora più della foto, sono significative le parole con cui Antonella ha reagito alla fama social conseguente alla pubblicazione dello scatto: "Spero che questa foto possa servire a tutte quelle mamme indecise che pensano che dopo una gravidanza non si possa tornare all'attività. La vita e lo sport hanno un aspetto diverso dopo la maternità. Mi meraviglia che ci sia così tanto stupore: essere mamme non impedisce certo di essere atlete". Ma Antonella ha approfittato di questa non ricercata popolarità per porre l'accento anche sulla differenza tutt'oggi esistente tra lo sport femminile e quello maschile, con quest'ultimo unico a vedersi riconosciuto lo stato di professionismo con tutte le tutele del caso: "Ben venga la visibilità per chiedere che le nostre condizioni siano equiparate a quelle degli uomini. Dobbiamo ancora crescere molto in questo aspetto". In Argentina infatti i contratti sono solo temporanei e valgono solo per i mesi in cui c'è il campionato. Un solo club è in grado di pagare gli stipendi tutto l'anno trattando le donne da professioniste, mentre per il resto delle giocatrici non esiste alcun tipo di tutela contrattuale. La stessa gravidanza non è prevista come copertura economica né dalle squadre né dalla Federazione. Questo è il motivo per cui nessuna vuole restare incinta nel corso del campionato: perderebbero il lavoro, molto semplicemente.

È un'immagine che di solito non si vede nello sport, ma per una madre è la cosa più naturale e quotidiana del mondo. Dà spunti di riflessione, quanto poco si vede e quanto ci impatta. Si spera che serva a renderci un po' più umani. E così che i contratti rispecchiano la realtà della vita. Quando Madi sarà più grande le mostreremo la foto che è diventata virale e i ritagli di stampa che le nonne hanno salvato".

Che la foto sia il pretesto per le giocatrici argentine e non solo di ottenere finalmente questi basilari diritti.

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