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Shock nell’atletica italiana: Infantino squalificato per doping, ha corso alle Olimpiadi di Tokyo

Fango sulla velocità azzurra, che alle Olimpiadi ci ha dato tante gioie: un azzurro presente a Tokyo è stato squalificato per 3 anni per doping. La positività di Infantino poco prima dei Giochi, ai campionati italiani dove si era piazzato secondo.
A cura di Paolo Fiorenza
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Per mesi abbiamo sbeffeggiato inglesi e americani per i loro sospetti del tutto inconsistenti sui nostri successi alle Olimpiadi di Tokyo, con Marcell Jacobs vivisezionato alla ricerca della magagna, salvo poi inchinarsi alla classe limpida e assolutamente pulita del fuoriclasse azzurro. Le medaglie d'oro del missile di Desenzano nei 100 metri e nella staffetta 4×100 – quest'ultima assieme ai suoi compagni di quartetto Patta, Desalu e Tortu – sono inscalfibili, vidimate da decine di controlli antidoping, e basate unicamente su talento, metodi di allenamento avanzati e tanto sudore.

Le accuse degli inglesi si sono anzi ritorte contro di loro, visto che ad essere beccato positivo ai Giochi olimpici della scorsa estate è stato invece un componente della staffetta britannica che era arrivata seconda alle spalle dell'Italia: l'imbroglio perpetrato da Cj Ujah ha avuto come pesantissima conseguenza per lui e per i suoi incolpevoli compagni il ritiro delle medaglie d'argento vinte a Tokyo, oltre al disonore sul nome del 28enne velocista che lo scorso 6 agosto aveva corso la prima frazione nella 4×100 vinta dagli azzurri.

Tuttavia qualche schizzo di fango arriva ora a colpire anche l'atletica italiana, visto che un velocista azzurro – anch'egli presente alle ultime Olimpiadi – è stato squalificato per 3 anni per aver violato due articoli del Codice Sportivo Antidoping: si tratta di Antonio Infantino, un nome di primo piano del movimento azzurro, non certo un amatore o l'ultimo arrivato. Il 31enne è stato infatti campione italiano nei 200 metri piani nel 2019 e nel 2020, mentre l'anno scorso è arrivato secondo alle spalle di Faustino Desalu. Ed è proprio allora, in occasione dei 200 metri nei campionati assoluti del 27 giugno 2021, che Infantino è stato trovato positivo, gelando quella che era apparsa una bella crescita negli ultimi anni (i personali di 10"26 sui 100 e di 20"41 sui 200 sono entrambi del 2019), con risultati che lo avevano portato ad essere selezionato per le Olimpiadi, dove peraltro nei 200 metri non aveva superato le batterie col tempo di 20"90.

Antonio Infantino impegnato nei 200 metri a Tokyo
Antonio Infantino impegnato nei 200 metri a Tokyo

Infantino era stato sospeso in via cautelare lo scorso dicembre, in attesa delle controanalisi e di una sua eventuale difesa per giustificare l'assunzione di sostanze dopanti. Dopo 4 mesi è arrivata la sentenza di condanna del Tribunale Nazionale Antidoping, pubblicata sul sito della Fidal: "Tre anni di squalifica per il velocista Antonio Infantino. Lo sprinter, due volte campione italiano dei 200 metri e azzurro alle Olimpiadi di Tokyo, non potrà tornare alle competizioni prima del 14 dicembre 2024, a causa della violazione delle normative antidoping".

Al velocista azzurro, che in passato ha fatto parte anch'egli della staffetta 4×100 dell'Italia, è stata contestata "la violazione degli artt. 2.1 e 2.2 del CSA, con decorrenza della sanzione dal 15.12.2021 (data del provvedimento di sospensione cautelare) e scadenza al 14.12.2024, senza ulteriori sanzioni economiche e/o addebito di spese del procedimento, oltre l’annullamento del risultato sportivo conseguito al termine della competizione del 27 giugno 2021". I due articoli violati da Infantino sono quelli cardine della normativa antidoping: il 2.1 sanziona "la presenza di una sostanza vietata o dei suoi metaboliti o marker nel campione biologico dell’atleta", il 2.2 "l'uso o tentato uso di una sostanza vietata o di un metodo proibito da parte dell'atleta". Una brutta storia che probabilmente metterà fine alla carriera del velocista, che allo scadere della squalifica avrà quasi 34 anni.

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