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Sergej Bubka, l’uomo che ha spostato lo sport mondiale più in alto

Sergej Bubka oggi compie 57 anni. Nel 2020 anche il suo ultimo record è stato superato da Armand Duplantis, che è salito a 6,15 durante il Golden Gala di Roma. Ma la carriera e l’impatto nell’atletica leggera e nello sport mondiale del sovietico prima e ucraino poi non potranno mai essere dimenticati.
A cura di Jvan Sica
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In questo anno così strano per tante cose e dal quale non sarà più possibile tornare indietro, anche nel piccolissimo mondo del salto con l’asta è stato superato l’ultimo record del mondo di Sergej Bubka, il suo 6,14, stabilito il 31 luglio 1994 al Sestriere. La leggera malinconia per la sua era, ora che il grande sovietico prima e ucraino poi compie proprio oggi 57 anni, resta forte, anche se non si poteva scegliere “cavaliere” migliore di Armand Duplantis per dare a tutti il diritto di archiviarla definitivamente.

Bubka in tutti questi anni non è stato battuto dalla potenza dei muscoli di tanti astisti in giro per il mondo, né da pratiche dopanti che purtroppo altri ancora hanno utilizzato, ma dalla grazia di un nuovo predestinato che ha fatto balzare in un attimo nel futuro il salto con l’asta (e con questa disciplina anche l’intera atletica leggera).

Bubka stesso, appena si presentò sulle pedane del mondo dell’atletica dimostrò subito di essere venuto dal futuro. Mai si era visto un astista con la sua velocità di base (negli anni d’oro si parlava di 100 metri sotto gli 11 secondi) e la sua potenza (i lavori con i pesi a cui lo costringeva Vitalij Petrov, il suo allenatore, sono ancora oggi una mezza tortura). Abbinando queste due caratteristiche peculiari, a una nuova tecnica di impugnatura più alta, utilizzabile con aste più dure proprio perché la forza di Bubka era ineguagliabile, è nata un’era dell’atletica in cui Sergej Bubka era sempre uno dei nomi più grandi in cartellone, perché da lui in ogni momento ti potevi aspettare che salisse un po’ più su.

Ha superato decine di barriere Bubka. Prima di tutto quella dei 6 metri, per la prima volta il 13 luglio 1985 a Parigi. Poi lo ha fatto altre 43 volte, mentre gli avversari avevano ancora in testa che quella soglia fosse invalicabile per un corpo umano. Qualche anno dopo ha superato anche quella dei 6,10 nel 1991, prima al coperto, il 15 marzo a San Sebastián, poi anche all'aperto, il 5 agosto a Malmö. Poi ha superato anche la barriera psicologica della disfatta clamorosa, ovvero quella di Barcellona 1992, quando era l’oro più pronosticato dell’intera competizione e invece uscì per due errori a 5,70 e uno a 5,75. Anche Atlanta 1996 gli fu negata da infortunio poco prima della competizione, ma per fortuna nel 1988 a Seul aveva già vinto il suo oro con 5,90.

Tra i diversi quadrienni olimpici però Bubka aveva appunto fatto accelerare il salto con l’asta e l’atletica leggera in generale in maniera spaventosa. Aveva vinto 6 volte il Campionato del mondo, anche nel 1997, dopo l’infortunio che gli negò Atlanta e quando tutti ormai dicevano che fosse finito. Ha stabilito 35 volte il record del mondo, fra outdoor e indoor, arrivando al 6,14 di Sestriere, superato da Renaud Lavillenie con 6,15 proprio in un evento a Donetsk, la città che era diventata quella dove Bubka ha passato gli anni migliori della sua carriera e dove si allenava.

Ha fatto ascendere il record del mondo di ben 21 centimetri solo tra il 1984 e il 1988, un balzo in alto impressionante e a quel tempo senza alcuna possibilità di replica. In poche parole Sergej Bubka ha creato un nuovo tipo di atleta e ha trasformato il suo sport, spostandolo più in avanti, anzi forse meglio dire più in alto.

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