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Barbara non ha i soldi per la gara di nuoto in Argentina: i compaesani le pagano in viaggio e lei vince

Barbara Pozzobon di Maserada (Treviso) non avrebbe neanche dovuto partecipare alla durissima maratona da Santa Fe a Coronda (57 chilometri). All’ultima momento un’altra atleta si è ritirata e la Federazione Italiana le ha comunicato che ci sarebbe stata lei. Il viaggio però non era pagato. Nessun problema: il suo comune fa una colletta.
A cura di Biagio Chiariello
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Il bimbo che regala parte della paghetta, l'anziano che mette 100 euro della pensione, il negozio che funge da sponsor, il supermercato che diventa punto di raccolta. Quella che arriva da Maserada sul Piave (Treviso) sembra la trama di un bel film: la protagonista è Barbara Pozzobon, 23 anni, azzurra del nuoto in acque libere. Anche il finale è dei migliori: quel denaro raccolto in paese è infatti servito a finanziare il viaggio in Argentina per competere domenica alla 43ª Maratón Acuàtica Rìo Coronda, meglio nota come Santa Fé-Coronda, prima tappa di Coppa del Mondo lunghe distanze. Quella gara Barbara l’ha vinta percorrendo in 8 ore 53’ 42″  i 57 km della prova del Grand Prix Fina.

E pensare che in Argentina non doveva nemmeno esserci, fanno sapere dalla Hydros Treviso, la società per cui è tesserata: “La Federazione italiana l’aveva selezionata come riserva. Poi una nuotatrice argentina ha dato forfait e la Fin è riuscita a schierare Barbara”. A quel punto però è sorto un altro problema. La Federazione non finanzia il viaggio delle atlete. Nessun problema. Barbara Pozzobon non ci stava proprio a buttare al vento tutti quei giorni di allenamenti: “A Maserada — racconta al Corriere della Sera — ho chiesto a qualche azienda di aiutarmi e in pochi giorni la colletta è cresciuta spontaneamente, senza che nemmeno me ne occupassi. Una sorpresa”. In pochi giorni sono stati raccolti oltre 2 mila euro, che coprono parte dei costi della trasferta.

Barbara è riuscita a trionfare nella massacrante traversata sudamericana nel Rio Coronda con ben centomila spettatori ad assistere alla sua impresa. E’ stata la migliore, la più resistente tra la l’argentina Pilar Geijo, la francese Aurelie Muller, le russe Olga Kozydub, Daria Kulik, le altre azzurre come Alice Franco e Martina Grimaldi. “In gara non ero la favorita — racconta la trionfatrice —: le argentine, una russa e anche la mia compagna di nazionale Martina Grimaldi erano più accreditate di me. Sono pure partita male, mi sono trovata intrappolata da altre concorrenti e mi sono detta: vabbé, vediamo di arrivare in fondo… Poi sono riuscita a risalire. Dopo 6 ore ho avuto crampi alle spalle ma quando mi dicevano che le avversarie stavano rimontando, trovavo la forza di vincere la fatica e il dolore”.

Le prossime tappe del Gran Prix Fina saranno in Canada e Macedonia. Maserada è già pronta ad una nuova colletta: “Stavolta non serve — ride Barbara — in Argentina ho vinto un premio in denaro con cui mi pagherò le trasferte. Vacanze? Sì, andrò al mare, ma giuro, non metterò piede in acqua. Soltanto sole”.

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