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Onore a Mara Venier, la sua Domenica In è stata la più difficile della storia della tv

Nessuno come Mara Venier: nessuno nella storia della Rai si è ritrovato a gestire due emergenze come il Covid e la guerra in così poco tempo.
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Non so cosa diremo – o cosa si dirà – di Mara Venier tra vent'anni. Nel dubbio, comincio a dire qualcosa io nel grande piccolo che posso fare: la sua gestione di Domenica In è stata la più difficile, la più dolorosa della storia della televisione italiana. Non è retorica. Provate a guardare indietro nel tempo, non troverete nessun conduttore, nessuna direzione – perché sì, la scelta di aprire la domenica dell'intrattenimento con una finestra sul mondo è collettiva tra direzione, quindi Stefano Coletta, e conduzione –  che si è ritrovata a gestire il servizio pubblico con due emergenze così vicine come una pandemia globale e una (quasi) Terza Guerra Mondiale. 

Mara Venier decide di aprire quindi la puntata di Domenica In con le più recenti parole di Liliana Segre: "Qualcosa che non avremmo mai immaginato nemmeno lontanamente in Europa. Cannoni, case distrutte, persone che piangono. Ho pensato ai quattro cavalieri dell'Apocalisse. Cosa ci manca ancora? La pandemia, la guerra, l'odio, la morte, la fame. Cosa ci manca?". Poi, con l'aiuto di personaggi in prima linea in questi giorni – Alberto Matano, Giovanna Botteri e Monica Maggioni – introduce con difficoltà la puntata odierna:

Benvenuti a un'altra puntata di Domenica In. Noi cominciamo a parlare di quello che sta accadendo, la guerra in Ucraina. È doveroso da parte nostra cominciare con questo, anche se siamo un programma di intrattenimento. Come in altri momenti ci siamo occupati di pandemia e Covid, lo faremo anche questa volta parlando della guerra. Comincio a odiare questo tavolo, perché questo tavolo lo usiamo solo per parlare di cose che ci fanno male.

Il mestiere del giornalista, così come il mestiere della conduttrice di un contenitore perno del servizio pubblico, impone – si tratta di responsabilità verso il più alto senso possibile del proprio lavoro – la presenza in momenti come questi. È per questo motivo che Mara Venier merita il nostro affetto, la nostra stima, due volte di più. Poche settimane fa, in un'intervista a "Chi" che non presupponeva nulla e che non poteva immaginare la guerra all'orizzonte, la conduttrice svelava che nonostante tutto era pronta a condurre Domenica In anche per la prossima stagione. Quel "nonostante tutto" era il surplus di impegno, di pressione e di lavoro dato dal Covid. Ora, il conflitto tra Ucraina e Russia. Non si può dare per scontato questo impegno. Dovremmo restituire a "zia Mara" una parte del suo senso del lavoro in amore e in affetto per lei. E, nonostante questo, non riusciremmo a ripagarla.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. Ha esordito nella narrativa nel 2022 con il romanzo Un male purissimo (Rogiosi). California Milk Bar - La voragine di Secondigliano (Rogiosi, 2023) è il suo secondo romanzo.
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