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Il giornalista del Tg2 non sapeva di essere in onda: non è giusto che paghi per Fiorello e sua figlia

Il commento di Piergiorgio Giacovazzo è malevolo e ingenuo, ma il giornalista del Tg2 non sapeva di essere in onda. Fiorello è l’uomo più in vista. È lo spettacolo in Italia. Non è strano che attiri delle invidie persino – anzi, soprattutto – da parte della sua stessa azienda.
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"Che carini! Ora questa avrà 12 trasm….". Piergiorgio Giacovazzo, il giornalista del Tg2, rischia grosso per queste parole dette a microfono aperto sulla sigla dell'edizione delle 13 del 19 marzo. Il riferimento al siparietto tra Fiorello e sua figlia Angelica è un'opinione personale del giornalista che ora rischia grosso, come annunciato dall'amministratore delegato Rai Roberto Sergio, che di Fiorello è anche un grande amico. Per Giacovazzo, infatti, è stato avviato un procedimento disciplinare per il "commento inappropriato e del tutto gratuito". Ma è davvero giusto punire un giornalista che ha detto quello che pensa non sapendo di essere in onda?

È vero che quello di Piergiorgio Giacovazzo è un commento del tutto fuori luogo e persino offensivo: accusare il miglior talento dell'azienda pubblica di fare ‘nepotismo', proprio quello che ti sta macinando record di share in una fascia che prima era morta, può essere considerato scorretto oltre a rappresentare, per come si sta configurando la cosa, come una mossa professionalmente suicida. Soprattutto, tocca dirlo, se ti chiami Giacovazzo. Eppure. Non è forse legittimo, proprio in virtù di questa grande visibilità e di questa presenza così pervasiva che Fiorello ha da tre stagioni in Rai, che possa serpeggiare in un'azienda che non è esattamente la fattoria del Mulino Bianco, un pensiero così ingenuo e malevolo, così ‘a portata di mano' e di pancia?

Piergiorgio Giacovazzo ha lasciato andare la prima cosa che aveva in mente guardando quella scena che era sì tenera, ma diciamolo niente in grado di superare la barra della normalità. L'esibizione, se proprio la vogliamo dire tutta, non è stata nulla di eclatante e ha avuto senso d'esistere sui giornali solo e soltanto perché era la narrazione giusta col personaggio giusto: Fiorello con sua figlia Angelica per la prima volta. Giacovazzo non sapeva d'essere in onda e non è giusto che paghi per qualcosa che pensa e per qualcosa che mai sarebbe venuta fuori, se non fosse per una fatalità del momento, una distrazione del comparto tecnico (che, anche in questo caso, assolviamo in toto). Fiorello è l'uomo più in vista. È lo spettacolo in Italia. Non è strano che attiri delle invidie, non è strano che attiri malelingue, persino – anzi, soprattutto – dalla sua stessa azienda. È la vita, signori. Non censuriamola.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. Ha esordito nella narrativa nel 2022 con il romanzo Un male purissimo (Rogiosi). California Milk Bar - La voragine di Secondigliano (Rogiosi, 2023) è il suo secondo romanzo.
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