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Gianni Ippoliti: “È impossibile lavorare con Tiberio Timperi”

Il personaggio televisivo rivela all’Adnkronos di un clima diventato “impossibile” con Tiberio Timperi: “Sono anni che si verificano questi episodi: ogni volta che io parlo sbuffa”.
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Dopo quello che è successo in diretta a Uno Mattina in famiglia, parla il primo dei diretti interessati, Gianni Ippoliti. Il personaggio televisivo rivela all'Adnkronos di un clima diventato "impossibile" perché "sono anni che si verificano questi episodi: ogni volta che io parlo sbuffa". Insomma, pare che i rapporti tra Ippoliti e Tiberio Timperi fossero già da tempo molto tesi. Il Codacons ha chiesto la sospensione del conduttore. 

Le parole di Gianni Ippoliti

Le ragioni di Gianni Ippoliti così spiegate all'Adnkronos: "Sono anni che si verificano questi episodi: ogni volta che io parlo sbuffa, mi chiede ‘ma dobbiamo proprio parlarne?’, guarda l’orologio. Ma perché? Io vorrei solo essere messo nella condizione di poter fare il mio lavoro, non è possibile lavorare in queste condizioni”. L'umorista, subito dopo l'alterco, ha lasciato lo studio costringendo il meteorologo Francesco Laurenzi a entrare anticipando i tempi regolari della scaletta.

I fatti

Questa mattina, durante il consueto momento della rassegna stampa, Gianni Ippoliti si è visto fermare dagli sbuffi del conduttore Tiberio Timperi. Quando l'umorista gli ha chiesto il motivo, il conduttore lo ha invitato ad andare avanti. Indispettito, Gianni Ippoliti ha lasciato lo studio. Secondo quanto dichiarato dall'agente Lucio Presta, Tiberio Timperi non aveva apprezzato la scelta della rassegna stampa di Ippoliti che aveva letto questa notizia: "Accompagna donne gratis ad ultimo appuntamento con ex violenti", giudicandolo poco felice considerato il momento così delicato per quello che rileva la cronaca nazionale. Successivamente, il Codacons ha chiesto all'Agcom e alla Commissione vigilanza Rai di intervenire nei confronti del conduttore perché "recidivo" di comportamenti scorretti: "L'atteggiamento odierno di Timperi, condito da minacce e frasi violente come "Parliamo dopo, facciamo i conti dopo", sembra non solo una recidiva di comportamenti già in passato sanzionati dall'Autorità,  ma una vera e propria forma di bullismo e prevaricazione, peraltro in piena fascia protetta, che viola tutte le norme e i regolamenti di settore".

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