
La storia di Pomeriggio Cinque si è chiusa formalmente con l'annuncio di Gianluigi Nuzzi, nuovo conduttore del contenitore pomeridiano di Canale 5 che dopo 17 anni cambia per la prima volta titolo. Da settembre sarà Dentro la Notizia e questo semplice cambio di nome racchiude il senso del restyling cui Mediaset sta lavorando al futuro, dopo una stagione difficile della storia che ha trovato proprio in Pomeriggio Cinque, e in particolare nella mutazione del programma, la sua trasmissione simbolo.
Provate a fare un esercizio e date uno sguardo all'incipit di una delle prime puntate del programma condotto da Barbara d'Urso, nel lontano settembre 2008, in uno stralcio che l'account SeeLallero ha ripescato dal suo archivio. L'esperienza lascerebbe basito chiunque abbia memoria delle ultime edizioni targate D'Urso della trasmissione. Si vede una conduttrice che intende rappresentare la sobrietà in tutti i suoi aspetti: dal trucco e parrucco allo stile di conduzione, il tono di voce, lo studio spoglio, l'assenza di pubblico e caos. D'Urso presenta i temi della giornata e preannuncia un dibattito sulla condizione femminile in società, con la scelta tra lavoro e famiglia. Le prese di posizione di Santanchè e Maria Ripa di Meana, ospiti del dibattito, sembrano inclini a posizioni sì conservative (è pur sempre Mediaset negli anni dell'ultimo governo Berlusconi), ma si ha la sensazione di guardare una trasmissione del secolo scorso, in cui gli eccessi non sembrano solo banditi, ma non contemplati.
L'esperienza prosegue quindi con la visione di un altro contributo video, del settembre 2015, precisamente la chiusura della prima puntata di stagione. D'Urso scende le scale dello studio e cade, suscitando preoccupazione e ilarità. Ma il punto non è la caduta, nemmeno l'atterraggio, quanto lo scenario: uno studio illuminato a giorno, il pubblico che rumoreggia in un programma del pomeriggio, un'estetica altisonante, la conduttrice che grida per farsi sentire e superare il rumore di sottofondo. Sono questi gli anni che culminano con l'immagine più tragicamente esemplificativa di quel tempo storico: l'ospitata del Ken umano a Pomeriggio Cinque e suoi derivati domenicali e serali. Un'immagine incolpevolmente sincretica di un intero periodo storico, più che di una semplice storia.
Come si è passati dal primo riquadro a quello successivo? Cos'è accaduto nel frattempo? Quale strada tortuosa ha compiuto l'emittente privata che ha cambiato la televisione in questo Paese per arrivare fino a lì? Sono domande per le quali non esiste risposta univoca. Sicuramente il confronto tra questi affreschi, distanti l'un l'altro meno di dieci anni, pare estratto da Fatti e rifatti, la rubrica di Striscia La Notizia che racconta il cambiamento dei personaggi pubblici per eccesso di bisturi. Questa deformazione, la corruzione estetica e quindi contenutistica di Pomeriggio 5 e di quella Tv, risale all'era geologica che anticipa il tempo in cui Mediaset vive oggi, fatto di un ritorno obbligato alla sobrietà, un ricorso alla certezza di titoli storici e a volti di fiducia, di una conversione dei contenitori di infotainment in informazione pura e un repulisti che vuole porre le basi di una ripartenza, un attimo prima del baratro. Difficile dire se la televisione di Barbara D'Urso sia stata di questa vicinanza all'abisso una causa, un effetto, o il semplice ritratto.
