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Il processo di Johnny Depp contro Amber Heard

L’avvocatessa di Amber Heard: “Non è in grado di pagare l’enorme risarcimento a Johnny Depp”

Amber Heard non è in grado di pagare l’enorme somma che il tribunale di Fairfax, in Virginia, ha stabilito debba versare all’ex marito Johnny Depp a titolo di risarcimento danni per diffamazione. Lo dichiara la sua avvocatessa Elaine Bredehoft.
A cura di Stefania Rocco
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Amber Heard non è in grado di pagare i 10,4 milioni di dollari che il tribunale di Fairfax, in Virginia, ha stabilito debba versare all’ex marito Johnny Depp a titolo di risarcimento danni. Lo ha dichiarato Elaine Bredehoft, avvocatessa dell’attrice, in un’intervista a Today, in onda sulla NBC. La donna che ha difeso l’attrice in tribunale ha raccontato lo stato d’animo di Amber dopo la lettura della sentenza che ritiene ingiusta. Ha aggiunto che l’enorme clamore mediatico sollevato dal caso abbia influenzato la giuria incaricata di emettere un verdetto. In questo senso, ritiene che i social network abbiano giocato un ruolo chiave.

Elaine Bredehoft: “Giuria influenzata dai social”

Bredehoft ha manifestato le sue perplessità circa la capacità dei social network di influenzare la giuria: “Come potrebbero non farlo? I giurati andavano a casa tutte le sere. Hanno famiglia e i loro familiari sono sui social network. Abbiamo avuto una pausa di 10 giorni proprio nel mezzo del processo. Impossibile non esserne influenzati”. E ha aggiunto di essersi detta contraria, fin dall’inizio, alla presenza di telecamere in aula: “Hanno reso questo processo uno zoo”.

Ben Rottenborn e Elaine Bredehoft, il team legale che ha difeso Amber Heard
Ben Rottenborn e Elaine Bredehoft, il team legale che ha difeso Amber Heard

Amber Heard non è in grado di pagare i danni a Depp

L’avvocatessa ha descritto lo stato d’animo dell’attrice subito dopo la lettura della sentenza: “Ha detto che era dispiaciuta per tutte le donne dentro e fuori dall’aula, ritiene la sentenza una battuta d’arresto. Sente fortemente questo peso. Il verdetto invia un messaggio orribile: a meno che non tiri fuori il telefono e riprendi il tuo partner mentre ti picchia, non sarai creduta”. “Se è in grado di pagare i danni disposti a favore dell’ex marito? No, assolutamente no”, ha dichiarato ancora l’avvocatessa confermando l’intenzione di Amber di fare appello: “Ha delle ottime basi per questo”. La donna si riferisce alle prove portate in aula in Inghilterra all’epoca della denuncia di Depp al Sun. In quel caso, il tribunale inglese aveva stabilito che definire l’attore “picchiatore di mogli” non fosse diffamazione. Giudizio ribaltato da quanto stabilito in Virginia. A tal proposito, Bredehoft ha concluso:

Durante il processo non sono state ammesse una serie di prove molto significative. Come un appunto scritto da Amber nel 2012 che dimostrava avesse già riferito gli abusi al suo terapista. Johnny Depp aveva già intentato una causa nel Regno Unito per la stessa storia. In quel caso, la corte aveva rilevato che Depp aveva commesso almeno 12 atti di violenza domestica, inclusa la violenza sessuale, contro Amber. Ma non ci è stato consentito di riferirlo alla giuria americana. Avevamo una enorme quantità di prove che sono state soppresse e che avevano fatto parte del processo in Gran Bretagna. Lì Amber ha vinto e il signor Depp ha perso.

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