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Francesca Vecchioni sul coming out: “Quando dissi a mio padre che ero lesbica ne fu sollevato”

La figlia di Roberto Vecchioni, 47 anni e mamma di due gemelle adottate con l’ex compagna, ricorda come andò quando da ragazzina confessò al padre di essere gay. “Oggi non ci dovrebbero essere bimbi di serie A e serie B: il governo si metta in pari con la società”.
A cura di Giulia Turco
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Francesca Vecchioni, 47 anni e mamma di due bambine adottate insieme all’ex compagna Alessandra Brogno, oggi si batte come attivista per l’inclusione sociale sui temi LGBT. Figlia del cantautore Roberto Vecchioni, al Corriere della Sera racconta di quando, appena adolescente, fece coming out davanti a suo padre.

Quando Francesca Vecchioni confessò al padre di amare una donna

Mi chiese se frequentavo qualcuno: mi rovesciai addosso il succo che stavo bevendo. Fino ad allora non avevo mai detto nulla della mia vita sentimentale: non volevo mentire e quindi omettevo”, racconta Francesca Vecchioni con uno sguardo al passato. Quel momento di scambio con il padre, Roberto Vecchioni, alla fine andò meglio del previsto. “Inizialmente gli dissi che era complicato e lui subito si allarmò: ‘Cosa c’è che non va? È un drogato, un poco di buono? Non sarà mica in galera vero?”, le chiese lui. “È che non sto con un uomo, papà, sto con una donna!”. Rimase un attimo in silenzio. Poi mi disse: “Ma vaff… mi hai fatto spaventare… Non sapevo più cosa pensare! Ma non me lo potevi dire subito?!’”. 

È mamma di due gemelle adottate con l’ex compagna

Oggi le sue figlie hanno 10 anni e si dividono tra due mamme, che non son più una coppia. Con l’ex compagna Alessandra Brogno l’amore è finito qualche non fa. Eppure Francesca Vecchioni tranquillizza: “Le bambine non hanno mai subito discriminazioni. Tutti, dai vicini di casa ai genitori dei compagni di scuola sono sempre stati aperti. La società è più avanti della politica”, assicura con un riferimento alla linea dell’attuale governo.

La ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha fatto sapere che non modificherà il decreto Salvini che nel 2018 ha imposto l'obbligo di scrivere "padre e madre" sui documenti dei minori, nonostante una sentenza del Tribunale di Roma lo abbia definito illegittimo. "Prima del decreto si utilizzava "genitori" e nessuno lo riteneva un problema, perché è un concetto inclusivo", commenta Francesca Vecchioni. "Mi preoccupa che un ministro spinga i cittadini a rivolgersi ai giudici. Così mette in conto l’esistenza di bambini di serie A e di serie B".

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