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Chiara Ferragni e Fedez, le news sui Ferragnez

Fedez accusò il Codacons di pubblicità ingannevole, il video torna virale come “effetto boomerang”

A Muschio Selvaggio, Fedez raccontò di avere querelato il Codacons ritenendolo colpevole di avere fatto “comunicazione torbida” in riferimento a un’iniziativa lanciata durante la pandemia di Covid. Per un’accusa simile, la moglie Chiara Ferragni è stata multata dall’Antitrust per 1 milione di euro.
A cura di Stefania Rocco
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È diventato virale sui social un video tratto da una vecchia puntata di Muschio Selvaggio che mostra Fedez raccontare di avere querelato il Codacons perché riteneva avesse fatto comunicazione ingannevole in riferimento a un’iniziativa lanciata all’epoca della pandemia di Covid. “Ho un processo col Codacons”, raccontava Federico Lucia, “Questi hanno fatto una roba durante la pandemia. Un banner con scritto ‘Dona per il Coronavirus’. Al Codacons. Ovviamente, una cosa così lascia intendere che se tu doni i soldi a loro, loro avrebbero fatto qualcosa di concreto sul coronavirus. Siamo d’accordo, giusto? È pacifico questo. In realtà, tu donavi i soldi a loro e il Codacons non si occupa di sanità. Ho detto che quantomeno è torbido”. Parole che, alla luce di quanto accaduto a Chiara Ferragni con la multa comminata dall’Antitrust per l’iniziativa legata all’operazione “Pandoro Pink Christmas” insieme a Balocco, sono state ripescate e utilizzate per chiedere a Fedez come mai lo stesso metro di giudizio applicato all’epoca nei confronti del Codacons non lo metta nelle condizioni di commentare con la stessa severità l’operato della moglie.

La denuncia di Fedez contro Codacons

Il procedimento al quale Fedez fa riferimento si riferisce a una querelle con Codacons conclusasi con la vittoria dell’associazione dei consumatori. Il tribunale di Roma ha rigettato la denuncia avanzata da Fedez che accusava di truffa il Codacons per avere pubblicato un banner sul proprio sito relativo a una raccolta fondi lanciata nel periodo della pandemia, raccolta destinata a fornire assistenza legale ai cittadini in tema Covid.

Il tribunale di Roma aveva dato ragione al Codacons

Nella sentenza, il giudice Gabriele Tomei  aveva dato ragione al Codacons, specificando che le ragioni dell’iniziativa erano state espresse con sufficiente chiarezza. “Il banner incriminato solo da un lettore disattento poteva apparire ambiguo e fuorviante. Invero dalla lettura del sito e degli approfondimenti dell’iniziativa del Codacons descritti nei link collegati emergeva con sufficiente chiarezza che quei fondi servivano a supportare l’azione della Associazione e, nel raggiungimento di scopi, di pubblico interesse, a tutela di tutti i consumatori. Deve ritenersi che la tesi contraria della difesa di Lucia (Fedez, ndr) circa la presunta idoneità di quanto pubblicizzato dal Codacons a truffare il pubblico dei possibili donanti, è congetturale e apodittica”, recitava il comunicato stampa pubblicato dall’associazione di consumatori.

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