43 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Richard Gere e lo scontro con Matteo Salvini sui migranti: “Stupisce trovare l’estrema destra nell’Italia cristiana”

Richard Gere, in un’intervista esclusiva rilasciata a Vanity Fair, ha parlato di attivismo e ha ricordato lo scontro avuto con Matteo Salvini nel caso Open Arms.
A cura di Daniela Seclì
43 CONDIVISIONI
Immagine

Richard Gere ha rilasciato un'intervista esclusiva a Vanity Fair, nella quale ha parlato delle sue battaglie civili, ma anche di politica. Inoltre, ha ricordato lo scontro avuto con Matteo Salvini. L'attivismo e le battaglie in difesa delle persone più fragili sono interessi che condivide con la moglie Alejandra Silva.

Richard Gere si sente "estraneo" a Hollywood

Nel corso della lunga intervista concessa all'edizione italiana di Vanity Fair, Richard Gere ha spiegato che ormai quando pensa a Hollywood ha una sensazione ben precisa: "Qualcosa che mi è estraneo". Non vive più in California da tantissimi anni e nel lavoro predilige "produzioni molto indipendenti". La sua vita è sempre di più rivolta al sociale e meno al mondo patinato del cinema. Tra i tanti progetti che cura, anche la collaborazione con un'associazione che si occupa di persone senza fissa dimora.

Lo scontro con Matteo Salvini nel caso Open Arms

Nel 2019, il caso Open Arms. 147 migranti furono trattenuti a bordo di una nave al largo delle coste di Lampedusa. La vicenda causò uno scontro a distanza tra Matteo Salvini e Richard Gere, che volle salire a bordo per accendere i riflettori su quanto stava accadendo. L'attore e attivista ha ricordato quella vicenda e il diverbio con Matteo Salvini nel corso dell'intervista a Vanity Fair:

Come ho vissuto la posizione di Salvini in quel momento? Per me è molto difficile capire un movimento di estrema destra conservatrice, soprattutto in un Paese che è prettamente cristiano. In quelle ore non smettevo di chiedermi cos’avrebbe fatto Cristo in una situazione del genere, e il fatto è che Cristo accoglieva tutti come figli di Dio, tutti. Non avrebbe detto: “Salvate solo le persone bianche, quelle italiane o quelle cristiane”. Mi sembra abbastanza ridicolo.

L'attore ha continuato: "Sono stato sui barconi e ho incontrato personalmente molti rifugiati e migranti; ho avuto modo di ascoltare le loro storie e penso sia molto difficile non vedere in loro esseri umani uguali a noi. Chiederei, e spererei, che chi ha responsabilità di governo passasse un po’ di tempo con loro, capisse la situazione e non li demonizzasse". Poi, ha rimarcato come lo stesso problema esista anche negli Stati Uniti "con persone squilibrate come Trump che sembrano odiare tutti quelli che non sono bianchi e allineati culturalmente con lui, ma non è così che funziona il mondo".

L'attenzione per il prossimo ispirata dal buddismo

L'attenzione che Richard Gere nutre per il prossimo è anche ispirata agli insegnamenti che trae dal buddismo. In particolare, la necessità di sradicare la convinzione che siano importanti solo le persone che sono vicine a noi, mentre nutriamo indifferenza per chi è lontano: "Un'assurdità. È una distorsione pericolosa che subiamo, perché, inoltre, l’uguaglianza dovrebbe equipararci anche agli animali e agli spiriti invisibili. Siamo tutti uguali nel nostro desiderio di felicità". Dunque, dovremmo prenderci cura l'uno dell'altro.

43 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views