
E se Michelle Hunziker e Eros Ramazzotti tornassero insieme? E se Ilary Blasi e Francesco Totti si lasciassero? E se Berlusconi sposa Marta Fascina a 85 anni? Mentre il mondo appare sull'orlo di una guerra, in Italia tre ipotesi di gossip fanno passare la crisi Russia-Ucraina in secondo piano.
I pettegolezzi che hanno dominato l'ultima settimana italiana sono un grido di vendetta del gossip vecchia scuola, come si faceva una volta. Romanzi popolari d'appendice che al tempo avevano oscurato qualsiasi altra notizia a cavallo tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, invadendo le prime pagine e le nostre vite, influendo sui riferimenti culturali, intaccando il parlato, le tendenze.
Michelle Hunziker ritrova il primo marito Eros Ramazzotti in Tv, nello show che la celebra dopo 25 anni di carriera e a fronte di una vita sentimentale da ricostruire, lo bacia in diretta e ridisegna in un attimo la parabola della rappacificazione, gli amori che finiscono, quelli che fanno un giro immenso e poi ritornano.
Francesco Totti e Ilary Blasi scricchiolano. Dopo 17 anni di matrimonio il mito della coppia indistruttibile, che ha sopportato la responsabilità di essere "la" coppia per eccellenza e ha rotto la maledizione del binomio impossibile tra calciatore e velina, si ritrova a un passo dalla possibile separazione. Incredulità, sgomento, la sensazione che nulla più si possa escludere in questo mondo.
Infine Silvio Berlusconi, che a 85 anni potrebbe chiudere il cerchio della sua movimentata vita sentimentale sposando Marta Fascina, 32 anni di cui due passati al suo fianco come fidanzata ufficiale. "Il presidente dimostra come sempre che l'amore non ha età", ha detto l'ex Francesca Pascale, riuscendo forse a trovare il commento più esaustivo a una notizia che qualche anno fa avrebbe avuto ben altro effetto e che oggi, invece, riesce nell'impresa di suscitare una certa tenerezza, sentimento che una figura come quella di Berlusconi non era riuscita a smuovere nemmeno allattando una capretta col biberon.

Oltre alla coincidenza di tornare a ossessionarci negli stessi giorni, un comune denominatore queste tre storie ce l'hanno. È il gioco con il tempo, l'esperienza cronologica che ci costringe ad ammettere come qualsiasi evento, anche un pettegolezzo (la parola deriva da "peto" non a caso), possa diventare altro rispetto all'effimero stato gassoso, resistendo alla prova più difficile: il passare degli anni. L'improvviso rigurgito di queste vicende in così pochi giorni non significa solo che il gossip ha una sua, seppur apparentemente becera, funzione rappresentativa. Ci dice anche che la nostalgia è un blob in grado di infilarsi ovunque, cronaca rosa compresa. Perché il gossip parla essenzialmente a noi, di noi, di quello che siamo, chi vorremmo essere o chi potremmo essere. E come ci comporteremmo se fossimo nei panni di coloro che ci ispirano per motivi che neanche noi conosciamo.
