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Mixed By Erry oggi, i fratelli Frattasio: “Il vero prezzo lo hanno pagato le nostre famiglie”

I fratelli Frattasio, sono loro i pirati della musica nascosti dietro il mitologico “Mixed by Erry”. In questa intervista a Fanpage.it raccontano come nacque il fenomeno di un marchio che, incredibilmente, ha a che fare con una voce famosissima della televisione italiana.
A cura di Andrea Parrella
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Molti li conoscono come i pirati della musica, il loro marchio ha imperversato per anni a Napoli (e non solo) come simbolo della cultura di una città in cui il confine tra legalità e illegalità è molto più sfumato rispetto a quanto non lo sia in altri luoghi. È in questo contesto che è maturata la fortuna, quindi la sciagura, del marchio "Mixed By Erry" e dei fratelli Frattasio. Da un noto quartiere del centro storico, Forcella, Enrico, Peppe e Angelo, supportati dalla famiglia e da un enorme sistema di copertura fatto di centinaia di collaboratori, hanno dato vita al fenomeno a tratti surreale che oggi, più di trent'anni dopo, è finito al centro di un libro ("Mixed By Erry" della docente ed etnomusicologa Simona Frasca) e di un film diretto dal regista Sydney Sibilia.

In questa intervista a Fanpage.it i Frattasio si raccontano. Emergono tre persone (erano quattro, con loro il fratello Claudio di cui parlano con reticenza) letteralmente travolte dagli anni Ottanta e Novanta, decenni che sono stati sinonimo di tante cose, tra cui una possibilità di accesso al benessere e un arrivismo che sono stati ingredienti fondamentali della ricetta che ha portato alla loro incredibile storia di illegalità. Un fenomeno culturale che divide anche da un punto di vista etico e morale, se si confrontano le posizione di chi li ha combattuti (qui l'intervista all'allora segretario generale della Federazione contro la Pirateria Musicale) e di chi, cresciuto in quegli anni a Napoli, ha avuto la possibilità di accedere alla musica in modo facilitato, fatica a nascondere l'effetto di fascinazione che l'epica di Mixed By Erry esercita, nonostante l'illegalità.

Tutto è iniziato a Forcella

Gli inizi li racconta Peppe Frattasio, l'imprenditore dei tre fratelli: "Il nostro quartiere, Forcella, era un grande mercatino, dove si vendeva di tutto, dalla droga alle sigarette. Noi culturalmente siamo nati vedendo solo questo. Non so se è per il destino, qualcuno che aveva scritto per noi qualcosa che non ci aspettavamo, ma noi lavoravamo tutti in un negozio di dischi. Tutto è nato in un piccolo sgabuzzino, con un giradischi e una piastra e un registratore, restavamo chiusi lì dentro dalle 9 del mattino alle 8 di sera". Iniziarono quindi le duplicazioni:

Utilizzavamo questi duplicatori chiamati Tascam, che ci permise di arrivare a fare dalle 300 alle 400 cassette al giorno. Per noi significava già un passo da gigante. Un duplicatore, due duplicatori, quattro o cinque. Noi non abbiamo inventato la pirateria musicale, ma semplicemente un sistema di distribuzione efficace. La forza era quella di mio fratello Enrico, che poi iniziò a inventare le compilation.

E aggiunge: "Enrico faceva queste cassette, ne faceva una anche per noi e le copiavamo. Lo chiamavamo il master, la notte registravamo 50-60 cassette e la mattina mi mettevo in motorino e le andavo a vendere alle piccole bancarelle a piazza Dante, Mergellina. Mio fratello Enrico iniziò a mettere questo timbro, Mixed By Erry".

Da sinistra: Angelo, Peppe ed Enrico Frattasio
Da sinistra: Angelo, Peppe ed Enrico Frattasio

Perché si chiama Mixed By Erry

La mente che ha creò la tendenza e inventò il marchio mitologico è proprio Enrico Frattasio. Un nome, Mixed By Erry, con una genesi affatto banale, come spiega: "Mentre facevo delle selezioni personalizzate mi arriva un disco Studio 54 e mi balza all'occhio questo disco ‘Mixed by Foxy John‘, che è la voce di Ballando con le Stelle, ho in mente lui che dice i voti dei giurati. Io pensai subito di sostituire Foxy John con Erry, addirittura con la E, nemmeno nel modo tradizionale che si dovrebbe usare in inglese. È così che nasce il marchio, quello che ci ha fatto vendere di più, ma anche quello che ha causato la nostra rovina".

Una musica senza generi e barriere, quella con cui avevano a che fare tre fratelli cresciuti in un quartiere essenzialmente povero, senza alcuna istruzione ed erudizione musicale. Quanto di più vicino al post moderno, come spiega Peppe Frattasio: "La musica ci è involontariamente entrata dentro, eravamo invasi da un inquinamento acustico senza generi. Ascoltavi i Pink Floyd e poi, all'improvviso, arrivava Mauro Caputo. Capitavano giorni in cui ascoltavi musica classica solo perché magari veniva un prete a chiederci di fare delle cassette". Quindi aggiunge: "All'inizio facevamo questo. Poi strada facendo, con i miei fratelli abbiamo creato un'equipe, che è arrivata a contare centinaia di persone".

Un impero senza controllo

"Con noi lavoravano persone che nemmeno conoscevo – spiega Peppe Frattssio – a volte li scambiavo per finanzieri, prima che qualcuno venisse a dirmi che erano persone nostre. Eravamo così tanti che queste cose capitavano". Per descrivere a grandi linee i tratti di questo impero per caso, è utile il contributo di Angelo Frattasio, che aveva un ruolo di responsabilità importante: "Il mio ruolo era di gestione dei depositi e laboratori. Laboratori che poi erano case abitate, in cui una famiglia liberava una stanza che diventava un laboratorio. Nell'estate del '95 credo che siamo arrivati ai numeri che più mi hanno impressionato. In quel periodo raggiungemmo le 200mila cassette settimanali".

Le cassette di Sanremo e la storia di una talpa in Rai

Un'altra ragione che ha determinato la fama e la caduta dei Frattasio, arrestati nel 1997, è il Festival di Sanremo. Per anni ci si è chiesto come fosse possibile che le cassette false con le canzoni del festival arrivassero sulla bancarelle napoletano prima che nei negozi di dischi. Si sparse la voce che i Frattasio, spesso a Sanremo in quella settimana, avessero una talpa in Rai. Cosa categoricamente smentita da Angelo: "Su Sanremo c'è una grande bugia, al tempo si diceva noi avessimo contatti illeciti nella Rai o con le case discografiche che ci fornivano prima le canzoni, ma in realtà eravamo semplicemente bravi e organizzati. Il martedì usciva Tv, Sorrisi e Canzoni, con tutti i cantanti, i titoli delle canzoni, la foto del disco. Io prendevo tutto e il giovedì avevamo tutte le locandine e il venerdì era già tutto pronto. A noi bastava un'ora, affinché mio fratello Enrico registrasse tutte le canzoni. Un attimo dopo la passava a me e in un paio d'ore erano distribuiti 10mila Festival di Sanremo in tutta Napoli".

Un esemplare di compilation targata Mixed By Erry
Un esemplare di compilation targata Mixed By Erry

I mix inventati e la canzone venduta alla Rai

E ancora, a contribuire alla loro gloria anche in relazione alle canzoni "inedite", ovvero cantate sulle basi di pezzi originali, fu il momento di gloria di Napoli, con la vittoria dello scudetto nel 1987. Parla Enrico: "Quando il Napoli vince il primo scudetto nell'87, venne da me Piero Marrazzo, il giornalista della Rai, dicendomi che aveva bisogno di una base che non fosse "Maradona è meglio ‘e Pelè. Io utilizzai la base di Sergio Caputo, Il Garibaldi innamorato, facendola diventare il Maradona Innamorato, con un testo originale. La Rai la utilizzò come sigla. Per noi fu una grande soddisfazione, anche se gli dovemmo chiedere di non nominarci".

Il segreto di Mixed By Erry fu proprio questo elemento di originalità. Non si trattava solo di falsari, ma di persone che trovarono nel gioco con la musica un elemento di distinzione. A renderli eterni furono infatti le loro compilation, che in qualche maniera obbligarono le case discografiche ad adottare la stessa strategia. Enrico Frattasio racconta l'invenzione dei suoi mix: "Cercavo sempre di fare cose diverse, fuori dal normale, mixavo canzoni che tra loro avevano apparentemente poco a che vedere. Stevie Wonder con I just call to say I love you si adattava a testi cantati da noi, in particolare dalla voce di mio fratello Peppe. Uno dei primi successi fu il mix di una canzone di Eduardo De Crescenzo con una di Mireille Mathieau. Venimmo a sapere che la gente andava a cercare quel mix nei negozi di dischi e ovviamente i gestori erano costretti a dirgli che quelle canzoni non esistevano insieme. Lì iniziarono anche a scattare le prime denunce".

Tra gli effetti imprevisti, anche quello di diventare una sorta di fucina di nuovi talenti. La dinamica la spiega Angelo Frattasio: "Ci accusano di aver creato danni discografici, ma nessuno dice che all'epoca ci ritrovavamo sotto casa anche dei cantanti famosi, ma allora non noti, che venivano a chiederci la cortesia di essere inseriti in varie compilation. Se ad esempio facevamo delle compilation con canzoni di Nino D'Angelo e Gigi D'Alessio, già molto noti al tempo, poteva esserci un cantante con una bella voce che ci chiedeva di inserire una sua canzone in queste compilation e magari, se a noi piaceva, la inserivamo. Molti sconosciuti diventarono famosi grazie a noi".

Quanto hanno guadagnato i Frattasio con Mixed By Erry?

Soldi, una parola di cui non si può tenere conto se si parla di questa storia. I Frattasio faticano a quantificare il giro di soldi generato dalla loro attività, soprattutto perché a grandi entrate corrispondevano uscite spropositate e fuori controllo. "I soldi furono una conseguenza di una cosa iniziata per passione", dice Enrico Frattasio. "Eravamo troppo ignoranti, non avevamo mai visto tanti soldi insieme. Se guadagnavamo anche 150milioni, che in una settimana abbiamo spesso incassato, compravamo orologi, macchine, sperperavamo al casinò perché ci piaceva giocare", spiega Peppe Frattasio. Angelo aggiunge: "Sono sempre stato appassionato di abiti, automobili, casinò. Lasciavo una Ferrari che avevo appena comprato e la cambiavo con una Cinquecento per tornare a Forcella. Ho comprato cavalli perché amavo le corse, sperperavamo soldi come chi doveva sfogare, che aveva vissuto per tanti anni facendo sacrifici". Peppe Frattasio non nasconde il pentimento: "Se avessi fatto oggi i soldi di Mixed By Erry, sarei scappato in qualche paradiso fiscale, ma noi eravamo stupidi, non capivamo. Ci siamo resi conto di essere stati degli stupidi quando ci hanno arrestati e hanno fatto bene a farlo".

Enrico Frattasio, ecco il volto di Erry
Enrico Frattasio, ecco il volto di Erry

Il carcere e i problemi dopo la galera

Nel 1997 l'inchiesta guidata dal magistrato Luciano D'Angelo, di concerto con l'attività della Federazione contro la Pirateria, portarono all'arresto dei Frattasio, identificati come il simbolo di un fenomeno che in realtà non riguardava solo loro. Il carcere si è rivelato un'esperienza dura, ma non più complessa di quanto accadde dopo: Dopo il carcere, i momenti più difficili. Peppe Frattasio: "Ovviamente, una volta sparsa la voce che noi guadagnavamo tanti milioni al giorno, dopo l'uscita dal carcere ci siamo ritrovati molte persone che si sono svegliate la mattina e ci sono venute a chiedere soldi. Ci hanno letteralmente tartassati. E infatti non nascondo che oggi noi, nel nostro quartiere, non ci torniamo più. Prima lo facevamo perché c'era ancora nostra madre, ma dopo la sua morte di pochi mesi fa abbiamo molta difficoltà a tornarci".

Cosa fanno i fratelli Frattasio oggi

Oggi i Frattasio conducono attività differenti. Se Peppe ed Enrico gestiscono un negozio di ricambi di elettronica, Enrico ha una piccola attività di scatole e confezioni, che qualche malizioso potrebbe vedere in continuità con il famoso "pacco" napoletano. Glielo chiediamo e lui sorride, dicendo che non ci sono collegamenti. Resta chiedersi che rapporto abbia con la musica oggi: "Nonostante i sequestri, il bagaglio musicale lo porto con me, quello non hanno potuto sequestrarlo. Se oggi mi chiedi Erry chi è, ti dico che un tempo era un mio amico, poi è diventato un mio nemico, adesso con la pace interiore ti dico che è diventato un mio consigliere". E Peppe Frattasio chiude così: "Con lo Stato abbiamo pagato, non abbiamo più niente. Il vero prezzo di Mixed By Erry lo hanno pagato le nostre mogli, le nostre famiglie, perché per tanti anni abbiamo vissuto nella menzogna, abbiamo fatto cose sbagliate. Abbiamo vissuto 20-30 anni di adrenalina, oggi è tutto diverso".

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