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“Sei inutile, sei grasso”, 15enne disabile bullizzato in classe. Il padre: “Prof non hanno fatto nulla”

I fatti in una scuola media di Grosseto. Il ragazzino è stato preso in giro, maltrattato, spintonato da un compagno di classe, nei confronti del quale, a detta del padre della vittima, la scuola non ha mai preso provvedimenti.
A cura di Biagio Chiariello
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"Sei un essere inutile, un fallito, un animale. Non vali niente! ”. “Ma non ti vedi? Bevi e mangi troppo. Sei grasso! ”. Insulti e umiliazioni della peggior specie quelle subite da un 15enne disabile di una scuola media a Grosseto. A prenderlo in giro, in particolare, secondo quanto raccontato oggi sulla cronaca de Il Tirreno, sarebbe stato un coetaneo, un compagno di classe nei confronti del quale, riporta il quotidiano, la scuola – a detta del padre – non avrebbe mai preso provvedimenti. Ora questi spiacevolissimi episodi di bullismo avranno uno strascico al Tribunale per i Minorenni di Firenze, perché proprio il papà del giovane ha deciso a fine novembre di denunciare tutto ai carabinieri. È proprio lui a raccontare la storia al Tirreno: “Mio figlio è un ragazzo solare, intelligente, ma fragile, indifeso, che soffre da sempre di problemi psicomotori. Ha fatto enormi progressi negli ultimi anni, a partire dal linguaggio, ma ha bisogno di insegnanti di sostegno che lo seguano e soprattutto di un ambiente che non percepisca ostile. Quest’anno entrare in classe è diventato un inferno, al punto che abbiamo deciso di cambiare scuola a metà anno, cosa che, lo sappiamo bene, non è semplice per un ragazzo disabile”.

Il 15enne in questi giorni è stato trasferito in una altra scuola. Troppi gli atti persecutori nei suoi confronti. “Gli atti di bullismo nei confronti di nostro figlio – raccontano ancora i genitori – vanno avanti da tempo. Delle scaramucce si erano verificate già lo scorso anno. I racconti, i risvolti delle prepotenze subite, sono emersi però un po’ alla volta. Non capivamo perché aveva perso il sorriso e la voglia di andare a scuola, abbiamo fatto tante domande, poi finalmente è uscita la verità”. Data la gravità dei fatti denunciati sono già iniziate le indagini, che dovranno confermare la reale entità delle condotte. Nella denuncia non si fanno nomi, a parte quello della scuola. “Saranno i carabinieri a fare le indagini – conferma il padre al quotidiano locale – a verificare quanto è accaduto e di chi sono le responsabilità. Noi crediamo che questi atti persecutori ripetuti abbiano un risvolto penale e che il reato sia aggravato dal fatto che nostro figlio è portatore di handicap”.

L’uomo assicura che prima di sporgere denuncia e trasferire il figlio in un altro istituto, avrebbe comunque provato a risolvere il problema con gli insegnanti di sostegno del figlio e poi con la dirigente, chiedendo un intervento, o al massimo spostamento del bambino che lo bullizzava. “Purtroppo non è stato fatto nulla. Gli insegnanti non si sono mai accorti di ciò che accadeva…”.

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