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Secondo Donald Trump la tortura durante gli interrogatori “funziona”

In un’intervista all’Abc il presidente Usa ha detto come persone “al più alto livello dell’intelligence” gli abbiano spiegato l’utilità della tortura: “Ho chiesto loro: ‘Funziona? La tortura funziona?’ E la risposta è stata ‘Sì, assolutamente'”.
A cura di Claudia Torrisi
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Prima conferenza stampa di Trump

Nella sua prima intervista televisiva dopo il giuramento e la cerimonia ufficiale al network Abc, il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che quando si tratta di contrastare il terrorismo gli Usa devono "combattere il fuoco con il fuoco". Per questo motivo ritiene la reintroduzione dell'utilizzo della tortura, e in particolare della pratica del waterboarding, l'annegamento simulato durante un interrogatorio.

Quando l'Isis "taglia la testa dei nostri e di altri, solo perché sono cristiani in Medio Oriente, quando lo Stato Islamico fa cose di cui nessuno ha sentito dai tempi del Medioevo, cosa dovrei pensare del waterboarding? Per quanto mi riguarda, dobbiamo combattere il fuoco con il fuoco", ha detto Trump, secondo cui, sostanzialmente, il problema è che gli Stati Uniti "non sono autorizzati a fare nulla".

Il presidente ha raccontato come persone "al più alto livello dell'intelligence" gli abbiano spiegato l'utilità della tortura: "Ho chiesto loro: ‘Funziona? La tortura funziona?' E la risposta è stata ‘Sì, assolutamente'". Ad ogni modo, ha aggiunto che sentirà cosa ha da dire il suo Gabinetto sulla questione e che affiderà la valutazione al direttore della Cia, Mike Pompeo, e al capo del Pentagono, il generale John Mattis. "E se non vogliono farlo, va bene, lavorerò in questa direzione. Voglio che tutto sia nei limiti di quello che possiamo fare, se è legale", ha aggiunto.

Entrambi i funzionari, però, al momento si sono opposti alla reintroduzione del waterboarding. Mattis in particolare ha detto a Trump di non credere nell'efficacia delle pratiche di tortura – peraltro vietate dal diritto internazionale. Anche John McCain, ex candidato Repubblicano alle presidenziali, prigioniero di guerra torturato in Vietnam e capo della commissione del Senato che si occupa delle forze armate, ha detto che "non riporteremo la tortura negli Stati Uniti": "Il presidente può firmare qualsiasi ordine esecutivo voglia, ma la legge è legge". Il Senato ha votato per bandire la tortura dagli Stati Uniti nel 2015, in seguito a un ordine esecutivo firmato dall'ex presidente Barack Obama poco dopo aver giurato nel 2009.

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