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Scampata a un tentato femminicidio sei anni fa, ora è accusata di aver ucciso il marito

Icona della lotta alla violenza sulle donne, sei anni fa Valentina Pitzalis fu salvata dall’incendio divampato nell’appartamento del suo ex marito nel Sulcis, in Sardegna. Secondo la ricostruzione della magistratura dell’epoca fu l’ex Manuel Piredda, morto invece tra le fiamme, ad innescare il rogo per uccidere sua moglie.
A cura di Angela Marino
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Colpo di scena nella tragica vicenda di Valentina Pitzalis, la giovane donna sarda salvatasi miracolosamente dall'incendio in cui morì suo marito, l'operaio Manuel Piredda: la giovane è ora accusata di aver causato la morte del consorte. Il caso è stato riaperto a seguito di un esposto dai familiari di Piredda.

L'incendio

I fatti risalgono a sei anni fa, quando, il 17 aprile 2011, Manuel Piredda fu estratto carbonizzato dal terribile incendio che bruciò l'abitazione in cui viveva a Bacu Abus, nel Sulcis. All'epoca non fu eseguita alcuna indagine medico legale sul corpo del giovane, in quanto considerato reo di aver appiccato l'incendio. Valentina, salvatasi per miracolo, riferì ai magistrati di essere stata vittima di un tentato omicidio: "Voleva uccidermi, mi ha cosparso di benzina e mi ha dato fuoco". La giovane si trovava nell'appartamento del marito, con il quale era in corso una separazione, per sconsegnargli alcuni documenti.

La ricostruzione dell'epoca

Era stato proprio Manuel, secondo la ricostruzione dei fatti, a chiederle con insistenza, con alcuni sms, di raggiungerlo a casa. Lì – sempre secondo quanto ricostruito all'epoca dai magistrati – il giovane aveva innescato le fiamme delle quali rimase egli stesso vittima. La sua morte, avvenuta in quello che doveva essere l'incendio che avrebbe ucciso sua moglie, fu considerata un ‘suicidio', versione oggi contestata dai genitori del giovane muratore, Roberta Mamusa e Giuseppe Piredda, che attraverso il loro legale, l'avvocato Gianfranco Sollai, hanno ottenuto la riapertura del caso. "C'è stata tanta sofferenza in questi anni per tutto il fango buttato su Manuel – dice la madre alle telecamere del Tg3 Sardegna – Per sei anni lo hanno chiamato ‘mostro', ma ora siamo tra virgolette soddisfatti, anche se per noi è comunque molto doloroso. Ci fa tanto male il solo pensare che ci sarà l'autopsia, anche se sappiamo che il corpo di nostro figlio potrebbe essere riesumato".

La reazione di Valentina

La giovane è venuta a conoscenza delle indagini in corso dal Lido di Venezia, dove era ospite alla conferenza stampa di presentazione nello spazio della Regione Veneto del docufilm contro il femminicidio, ‘Futuro e' donna'.  Valentina, il cui volto porta i segni delle fiamme, che nel 2014 ha pubblicato il libro autobiografico, scritto insieme alla giornalista Giusì Laganà ‘Nessuno può toglierti il sorriso' – è diventata il simbolo della lotta alla violenza sulle donne: "Naturalmente – ha commentato – porterò le prove in mio favore".

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